L’adolescente si trova in ospedale in condizioni gravi ma stabili. L’incidente, ha riaperto il dibattito sulla pericolosità di questi pesci, ma la realtà è molto diversa: morire annegati in mare è 132 volte più probabile.
Un adolescente è stato attaccato da uno squalo nelle acque di Beacon’s Beach a Encinitas, a nord di San Diego, nella California meridionale intorno alle 6:45 ora locale (poco prima delle 16:00 ora dell’Italia) di sabato. Secondo testimoni, al momento dell’attacco la vittima era in immersione in cerca di aragoste, ha quindi urlato per attirare l’attenzione indicando di essere stato morso. Il ragazzo è stato a quel punto preso a bordo di un kayak e portato a riva mentre veniva seguito a poca distanza dallo squalo. Un solo morso al torace, sul lato destro. L’uomo, che non è ancora stato identificato, è stato portato immediatamente in ospedale: le sue condizioni sono gravi ma stabili. Questo tipo di attacco è molto raro, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” gli squali in California prendono molto raramente i nuotatori se non superano i limiti nelle zone consentite. Dal 1950 al 2014 le vittime degli squali sono 13, l’ultima nel 2012. L’episodio potrebbe ricordare a qualcuno il film “Lo Squalo”, continua Giovanni D’Agata, ma in realtà questi pesci di solito non attaccano l’uomo, anzi, cercano di evitarlo, e in mancanza di “provocazioni” è estremamente raro che attacchino. Gli squali non rappresentano una minaccia ed è essenziale cambiare la percezione e l’immagine che abbiamo di loro come simbolo di terrore. E, ancor più importante, ad aumentare i rischi è in buona parte il comportamento umano. “Mano a mano che in tutto il mondo cresce il numero di persone interessate a fare attività ricreative in mare dobbiamo aspettarci un conseguente aumento di incidenti”, spiega l’International Shark Attack File nel suo report del 2017. Al contrario sono gli squali a dover temere gli uomini. Nel 2017 i ricercatori hanno stimato che ogni anno nel mondo vengono uccisi 100 milioni di squali pari una percentuale della popolazione totale compresa tra il 6,4 e il 7,9%. Un tasso di mortalità che i biologi giudicano insostenibile.