di Antonio Fusco
La città di Caltanissetta non fu inserita nella nostra monografia San Paolino di Nola in Sicilia (2004), perché eravamo in possesso solamente della notizia dell’esistenza, in passato, di una chiesa dedicata al Santo Vescovo Nolano, senza altri dati storici. Oggi, alla luce di ulteriori indagini e della documentazione prodotta da uno storico nisseno nel 2012, siamo in grado di dare informazioni più dettagliate della chiesa in oggetto. Nel secolo XVI in un’insula sacra del centro storico urbano, che delimitava la Piazza Maggiore, oggi Garibaldi, erano ubicate, in stretta contiguità muraria, la chiesa dell’Annunziata, officiata dai Carmelitani, e quelle di San Paolo, San Giacomo e San Paolino. Queste ultime tre furono poi demolite per far posto alla chiesa del SS Salvatore. Quella di San Paolino, la cui prima edificazione risaliva al 1510, era sorta come sede ecclesiale di una Confraternita che riuniva artigiani ed operai, principalmente muratori, e quasi certamente anche giardinieri (ortolani), visto che in Sicilia San Paolino è il patrono di tutti gli operatori agricoli. Ma, mentre le chiese di San Giacomo e San Paolo non furono più ricostruite, quella di San Paolino venne poi riedificata nel 1585 su progetto dell’architetto Fabrizio Parisi di Carini, che ne curò anche il disegno di scaloni, portali e cornicioni, Nel 1587 fu dotata di un alto campanile, divenuto poi torre civica in sostituzione di una precedete struttura. Purtroppo il destino della nostra chiesa non si presentava roseo. Nel 1806, infatti, ne fu demolita, forse per fatiscenza, la torre campanaria del 1587, e nel 1848 fu distrutta insieme con quelle dell’Annunziata e del SS. Salvatore, per far posto al Palazzo del Municipio che ingloba anche il Teatro Comunale. Allora la statua del Vescovo Nolano fu portata nella vicina chiesa di San Sebastiano e se ne sono perse le tracce. Il plastico statuario era stato commissionato nel 1553 dai soci della Confraternita allo scultore Antonino Russo di Nicosia e raffigurava il Santo “cum sedia et scanno ornatis de gherubinis (…) cum mitra et pallio d’oro lavorato di brucato (broccato) et cammexino picato”. Dalla descrizione si arguisce che la statua raffigurava il Santo assiso su un tronetto sostenuto da una pedana (scanno), entrambi impreziositi da cherubini intagliati. La statua, inoltre, era completata da paramenti vescovili di stoffa. Qualche problema presenta il significato di cammexino picato. Il primo termine ci sembra il diminutivo della corruzione linguistica di “cammuccà”, un’antica stoffa pregiata di origine orientale, mentre picato è senza dubbio un participio del verbo francese “piquer” che significa trapuntare. Del resto anche nella lingua italiana figurano i termini “piccato” e “picchè”, derivanti dalle parole francesi “piquer” (trapuntare) e piqué ( stoffa di cotone di due tessuti applicati uno sull’altro e uniti da punti che formano disegni a rilievo). ( Riedizione ) .
La piazza Maggiore di Caltanisetta, oggi Garibaldi, riportata alla situazione urbanistica della seconda metà del Cinquecento. A destra del n. 3 la chiesa di San Paolino a pianta trapezoidale.
Caltanissetta – Palazzo comunale costruito sul sito della chiesa di San Paolino