I ritardi delle amministrazioni regionali del Sud che rischiano la penalizzazione della restituzione dei finanziamenti stanziati dall’Unione europea, destinati alla realizzazione di infrastrutture,servizi, bonifiche, messa in sicurezza di opere e edifici pre-condizioni per catalizzare investimenti d’impresa produttivi. Il tour del Ministro della Coesione territoriale, Barbara Lezzi. A Napoli, il 24 settembre incontro con il presidente della Regione-Campania, per fare il punto sulla situazione esistente. Il ruolo della Zona economica speciale.
di Gianni Amodeo
E’ notevole il ritardo sulla tabella di marcia per l’utilizzo delle risorse economiche del Fondo europeo per lo sviluppo regionale e del Fondo europeo per lo sviluppo sociale nell’ambito della dotazione per il 2014\2020; ritardo che interessa tutte le amministrazioni regionali del Sud e che va recuperato con l’accelerazione delle politiche di spesa, connesse con l’attuazione degli interventi programmati secondo i parametri e gli obiettivi comunitari, entro il 31 dicembre prossimo. E se il recupero non sarà concretizzato ed avvalorato dalla normale certificazione di rendiconto finale, i finanziamenti predisposti nel quadro delle direttive dell’ Unione europea e coordinati con le specifiche programmazioni delle stesse amministrazioni per la realizzazione degli interventi previsti, faranno ritorno a Bruxelles.
Una situazione tutt’altro che nuova, nel segno del consolidato deficit di pianificazione e dell’incapacità progettuale e operativa, con cui si connotano le amministrazioni regionali. E sarebbe per il Sud un ulteriore, pesante colpo, perdendo importanti finanziamenti e opportunità per realizzare infrastrutture, servizi, bonifiche, messa in sicurezza di opere e edifici pubblici che costituiscono fattori basilari per l’attrattività dei territori, in funzione degli investimenti d’impresa che promuovono l’economia reale e produttiva nella legalità. Un colpo pesante, ma anche un altro e marcato danno d’immagine e credibilità per l’intero ceto politico-amministrativo che governa le Regioni meridionali, ribadendone limiti e inadeguatezze di visione e capacità. Una combinazione di effetti deteriori in una fase di perdurante stagnazione da cui continua ad essere caratterizzato il Sud
E’ lo scenario preoccupante, a cui è estranea la Regione–Basilicata. Troppo poco. E, per contrastare il rischio della perdita dei finanziamenti stanziati dall’Unione europea, il Ministro per la Coesione territoriale, Barbara Lezzi, ha programmato ad iniziare da lunedì- 10 settembre- una serie di incontri con i presidenti delle Regioni, per fare il punto sulla situazione. Un tour di ricognizione a largo raggio ch’è anche un approfondito monitoraggio e c’è il dichiarato impegno del governo nazionale di rapportarsi con le Regioni, fornendo loro tutte le necessarie misure di congruo supporto. Una sinergia che salda l’azione del governo con le amministrazioni regionali, per affrontare e superare al meglio possibile una partita politica, che serva a dare segni di normale amministrazione al servizio dei territori e dei cittadini.
I riflettori sulla Regione–Campania si apriranno a Napoli il 24 settembre.Il Ministro Lezzi incontrerà il presidente, Vincenzo De Luca, per verificare lo “stato dell’arte” e le modalità di accelerazione delle politiche di spesa. Un’agenda che investe tutti percorsi programmati per una valutazione specifica e complessiva, interessando – sotto vari profili- anche il reale varo funzionale ed operativo della Zona economico speciale, il cui asse di filiera integrata è costituito dai porti di Napoli,Castellammare di Stabia e Salerno con le rispettive aree retro-portuali. E’ la Zes che la Regione–Campania ha istituito in modo tempestivo e con la chiara visione della funzione attrattiva d’investimenti ch’è in grado di esercitare, alla luce degli incentivi e del regime fiscale vantaggioso, che ne costituiscono la ragione fondante per lo sviluppo economico e produttivo possibile. Uno strumento di promozione delle attività d’impresa che rappresenta un autentico volano di crescita, se ben utilizzato.
Al centro dell’incontro del 24 l’identikit della Regione–Campania che per l’annualità in corso ha potuto avvalersi delle risorse dei Fondi europei sotto esame pari 560 milioni di euro. Una cospicua cifra, che, stando ai dati dell’Agenzia per la coesione territoriale, a fine luglio risulta essere stata utilizzata – con il riconoscimento di certificazione comunitaria- per spese pari a 255 milioni. Restano da spendere e rendicontare 305 milioni, entro il 31 dicembre. E’ un autentico tesoretto da mettere in valore con trasparenza d’investimento. Un’operazione che può essere condotta in porto regolarmente. Se non dovesse essere posta nella giusta corsia, come s’è detto, i finanziamenti stanziati farebbero “ritorno” a Bruxelles.