CAMPANIA: URNE CHIUSE…CASO APERTO

CAMPANIA:  URNE CHIUSE…CASO APERTO

Il   balletto  degli ”impresentabili”: la questione non e’ soltanto di natura politica, ma anche e soprattutto di etica pubblica. La funzione della legge-severino per prevenire e reprimere i fenomeni di corruzione promananti direttamente o indirettamente dalla pubblica amministrazione e dalle inadeguatezze delle classi dirigenti e politiche.  

CAMPANIA:  URNE CHIUSE…CASO APERTO“Saremmo stati inadempienti, se non avessimo fatto questo lavoro- ha dichiarato l’on.le Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, in ordine alla pubblicazione dell’elenco dei 16 candidati cosiddetti “impresentabili” alle elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali della Puglia e della Campania, con la tornata di ieri- anche perché il tema della formazione della classe dirigente ha superato quello dei programmi”.

Un punto basilare, quest’ultimo, per ribadire la ragione e il senso del codice di autoregolamentazione, le cui finalità sono state recepite – lo scorso anno e all’unanimità- dal Parlamento nella delicata materia delle candidature e, segnatamente, per la salvaguardia dei criteri di trasparenza nella selezione della classe dirigente, delegata ad amministrare tutte le articolazioni elettive dello Stato, tra cui hanno una funzione basilare le Autonomie locali, assi portanti dell’architettura costituzionale dell’ordinamento repubblicano e democratico. Come per dire, una forma di tutela e garanzia da assicurare ai cittadini, ma anche di autotutela per gli stessi organi da eleggere. L’elenco- ha aggiunto l’on.le Bindi– non costituisce “nessuna ingerenza nella campagna elettorale, ma abbiamo solo fornito una fotografia, per informare i cittadini della qualità della classe politica che vanno a votare”.

Un atto dovuto e doveroso, quello della Commissione per la compilazione dell’elenco, la cui elaborazione è stata resa particolarmente delicata e complessa nell’acquisizione dei dati certi sulle posizioni dei circa quattro mila candidati al riparto dei seggi dei sette Consigli regionali da rinnovare. Uno screening, realizzato nel giro di trenta giorni, con molteplici difficoltà per i tempi tecnici, imposti dall’l’iter della ricezione dei documenti, dal momento che in Italia sono “operativi“ centodieci casellari giudiziari territoriali, ma non è attivo un unico casellario giudiziario nazionale. Una condizione tutt’altro che agevole, il cui carico d’impegno è stato assolto al meglio possibile dalle prefetture, anche se i dati di alcune circoscrizioni sono pervenuti con ritardo alla Commissione di palazzo San Macuto.

 L’ALLARME DELL’OCSE E DELL’UNIONE EUROPEA. LA CORRUZIONE IN ITALIA “COSTA” 60 MILIARDI DI EURO.

La fotografia rappresentata dalla Commissione antimafia ha cristallizzato, in specifico, lo status dei procedimenti giudiziari in corso, a carico dei candidati-impresentabili; procedimenti, che si rapportano alle fattispecie, contemplate dalle disposizioni sulla prevenzione e sulla repressione della corruzione nella pubblica amministrazione, comunemente nota come leggeSeverino, in vigore dal 2012. Una normativa- è bene ricordare- varata alla luce delle preoccupanti risultanze degli studi dell’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e dell’Unione europea, attestanti l’onerosità della corruzione, promanante direttamente o indirettamente proprio dalla pubblica amministrazione e dalle inadeguatezze delle classi dirigenti e politiche, che ne hanno avuto nel tempo – ed hanno- le responsabilità di governo e di amministrazione; onerosità, che in Italia corrisponde, per restare nell’ambito dei profili economici, ad oltre 60 miliardi di euro, in media annua, il cui conto salato è “pagato” dai cittadini-contribuenti, penalizzando fortemente l’economia reale delle buon imprese, che operano nell’osservanza della legalità. Una cifra iperbolica, che colloca l’Italia al terzo posto, dopo il Messico e la Grecia, nella diffamante e incivile graduatoria dei contesti, in cui la corruzione è sistemica, anzi condizione endemica, in tutti i settori. E “letto” da questa ineludibile e necessaria angolatura, l’elenco degli “impresentabili”, messo a punto e divulgato dalla Commissione, costituisce un utile elemento d’informazione e conoscenza per il cittadino-elettore e per le scelte che intende fare nel segreto dell’urna. Del pari, va considerato che quella degli “impresentabili” è una categoria configurata dal linguaggio dell’informazione, non afferendo affatto ad alcuna tipologia di classificazione di profilo civile o penalistico, né morale, volendo sottolineare soprattutto le ragioni, quanto meno, dell’ inopportunità politica delle candidature per i soggetti inseriti dalla Commissione nella …lista nera.

CAMPANIA:  URNE CHIUSE…CASO APERTOChiarito così il senso dell’”impresentabilità”, rientra anche nella comprensibile normalità che il circuito mediatico, a sua volta, si sia fatto cassa di diffusa risonanza della vicenda dell’ex-sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, candidato alla presidenza della Giunta regionale della Campania, in rappresentanza della coalizione di centro-sinistra, data la caratura politica, di cui è portatore ed espressione; e ciò anche al netto delle pur furenti polemiche interne allo stesso Partito democratico, a cui appartiene De Luca ed ”inscenate  da coloro che hanno riconosciuto la validità dell’operato della Commissione, presieduta dall’on.le Bindi, e da coloro che ne hanno contestato le decisioni, censurando direttamente ed esclusivamente la stessa Bindi, come se la Commissione non fosse un organo collegiale, rappresentativo di tutti i gruppi parlamentari. Ed è lo schema di conflittualità interne al Pd, ricalcando quasi per filo e segno le furibonde contrapposizioni tra le “correnti” , da cui è stata attraversata per anni la “fu” Democrazia cristiana. Ma siamo sempre nell’ambito della relatività di analisi sulla vicenda di De Luca … Merita, invece, rilievo il dato, che ha assegnato alla Campania il maggior numero di candidati –dodici– “impresentabili” al voto di domenica.

 “IMPRESENTABILITA”: SPECCHIO DEI DEFICIT CIVICI DI ISTITUZIONI E SOCIETA’

E’ un primato nazionale all’incontrario, su cui riflettere in modo congruo e con il rigore dell’autocritica, di cui è chiamata a farsi carico di responsabilità la politica in generale, il cui degrado non nasce oggi, ma è il frutto …naturale di decenni, attraversati dalla perversa e sempre più “larga” spirale, in cui si sono combinate, stratificate e “perfezionate” le perverse pratiche dei favoritismi, dell’assistenzialismo, del clientelismo e del familismo amorale avvolgente più che amplificato- quest’ultimo- rispetto alle analisi dei decenni scorsi condotte da Banfield, Putnam e Fukuyama, mirate sulla condizione sociale e antropologica del Sud, in rapporto ai poteri che vi sono insediati. Sono le “pratiche”, che hanno “contagiato” la società, ingessandola e condannandola all’immobilismo. E quello della Campania per il clima che ha accompagnato e scandito la tornata elettorale di rinnovo del Consiglio regionale, ne costituisce una rappresentazione plastica, se solo si seguono i balletti dei protagonisti dell’opportunismo trasformistico e della transumanza da un versante all’altro dello scacchiere politico, per “conquistare” le candidature, denotando le insane e interessate “ patologie” del..potere per il potere, da esercitare….a prescindere dalla coerenza con se stessi per la “…militanza” già professata e rappresentata con cariche elettive. “Militanza” ripudiata….per nuove casacche, indossate con disinvolta “leggerezza”.

La Campania degli “impresentabili” – è opportuno evidenziarlo- in realtà, risulta essere solo uno “spaccato” …minimo dell’esistente. Certamente è un caso politico, ma anche e soprattutto un’eclatante testimonianza di consolidato misconoscimento di etica pubblica. E sul punto la società e le sue articolazioni, dalle istituzioni all’informazione nelle diffuse declinazioni sul web come su quelle televisive e cartacee; dall’associazionismo alla scuola; dai residuati dei partiti ai sindacati non possono affatto chiamarsi…fuori, quasi fossero “isole paradisiache a se stanti e incontaminate”. Non lo sono affatto per i tanti “compromessi” che sempre hanno coniugato con la mala politica e…la sua proiezione di ” impresentabilità ”. E meno che meno possono salire sul piedistallo del moralismo demagogico e da spendere facile-facile con chiacchiere…predicatorie.

Del  caso-Campania sono co-protagonisti e partecipi, in piena misura o con modica e …furbesca condivisione. E la casistica ne fornisce  “esempi” …infiniti.