Da una prima analisi dei dati dei trasferimenti dei docenti di scuola dell’infanzia e primaria, pubblicati in data 26 e 29 u. s., abbiamo riscontrato numerosissimi casi anomalie. Siamo molto perplessi sulle sedi e sugli ambiti assegnati. Infatti molte richieste non sono state soddisfatte poichè i posti sono stati assegnati a docenti con minor punteggio, docenti, pur beneficiando della precedenza per la legge 104 sono stati scavalcati da colleghi senza precedenza. Infine alcuni docenti, pur potendo essere soddisfatti su posto comune, sono stati invece trasferiti, d’ufficio, su sostegno. Ulteriori dubbi sulla correttezza della procedura sono suffragati dal fatto che, pur in presenza di una mobilità sull’intero territorio nazionale, i docenti della provincia diAvellino sono stati trasferiti in numero consistente solo in alcune specifiche province del nord . Nessuno è rimasto in Campania, tranne qualche docente con precedenza. A dire il vero analoga situazione si registra anche in altre province. Dalla normativa e dall’illustrazione sommaria dell’algoritmo utilizzato, fornitaci dal MIUR, ci si aspettava invece una distribuzione molto più ampia e diversificata dei nostri colleghi sul territorio nazionale . Stranamente risulta poi, in altre province, una concentrazione anomala di insegnanti che sono rimasti nella propria regione o nelle regioni limitrofe. Nella nostra analisi ci siamo potuti basare solo sulla provincia di nascita dei richiedenti il trasferimento, considerato che i tabulati del MIUR non indicano la provincia di provenienza. Per la scuola primaria, ad esempio, su 366 colleghi nati in provincia di Benevento il 27% (98 docenti) è stato assegnato agli ambiti della Lombardia, il 10% ( 38 docenti) a quelli del Lazio, il 6% ( 21) della Toscana, il 5% ( 17) del Veneto ed il 5% (18) dell’Emilia Romagna. Analizzando i dati di altre province si evince una opposta e curiosa situazione: i docenti nati in provincia di Ancona (118) per il 40% ( 48 docenti) sono rimasti nelle Marche, il 32% (38) è stato invece assegnato all’Emilia Romagna; anche un’alta percentuale dei nati in provincia di Ascoli Piceno ( 190) sono rimasti nelle Marche e precisamente il 32% (61), il 22% (41) è finito in Veneto e il 9% in Emilia Romagna; i nati dell’Aquila (188) per il 25% (46) sono rimasti in Abruzzo e per il 60% (111) nel Lazio! Ci chiediamo pertanto se il funzionamento dell’algoritmo utilizzato per l’effettuazione dei trasferimenti interprovinciali sia stato adeguatamente testato prima della fase operativa. Exsperimentum in corpore vili ! Chiediamo soprattutto che ci sia la necessaria TRASPARENZA sulla procedura seguita dal MIUR: lo impone espressamente, oltre che la correttezza nell’azione amministrativa, la legge n. 5/2005, a garanzia dei principi di buon andamento e di imparzialità della Pubblica Amministrazione, sanciti dall’art. 97 della nostra Carta Costituzionale. Prima che i docenti attivino contenziosi per richiedere giurisdizionalmente il riconoscimento dei propri diritti, sarebbe pertanto opportuno che il Ministero facesse chiarezza e, se necessario, avesse il “coraggio” di rimediare, rivedendo tutta l’ambiziosa e caotica fase della mobilità interprovinciale 2016.
Avellino 01 agosto 2016
Domenico Iannicelli – Coordinatore Gilda degli Insegnanti di Avellino.