di Dott.ssa Katya Tarantino – Biologa Nutrizionista
Le carni lavorate ”sono cancerogene”, e vanno inserite nel gruppo 1 delle sostanze che causano il cancro a pericolosità più alta. Lo afferma l’International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’Oms. Le carni rosse non lavorate sono “probabilmente cancerogene”.
Le carni considerate cancerogene dall’OMS sono quelle che sono state trasformate ”attraverso processi di salatura, polimerizzazione fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione”.
Sono invece considerate ‘probabilmente cancerogene’ le carni rosse: manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra.
La Iarc non ha fatto altro che confermare dati che conoscevamo già da tempo, ovvero, che la presenza di conservanti o di prodotti di combustione in questi alimenti è legata all’insorgenza di alcuni tipi di tumore. Per quanto riguarda i conservanti bisogna scegliere prodotti che non contengono sali di nitrito e di nitrato (E249, E250, E251, E252). Per le carni rosse è una questione di modalità di cottura e di quantità, non esiste una ‘soglia di esposizione’ oltre la quale ci si ammala sicuramente e bisogna sicuramente preferire una breve cottura in padella alla cottura alla brace o alla frittura. Il messaggio importante da dare è che bisogna tornare alla Dieta Mediterranea, che ha un ruolo fondamentale nella prevenzione, e che la carne rossa va consumata al massimo una o due volte al mese.