Le date di inizio del Carnevale in Campania variano dal 6 gennaio (Epifania) al 17 gennaio (S. Antonio Abate) e il periodo si chiude il Martedì Grasso per dar luogo alle feste della Quaresima. Il ciclo festivo carnevalesco rientra in quello più ampio delle feste invernali campane che ha inizio ad agosto, con le Feste delle Madonne nere, e termina con i tre giorni del Carnevale. Oltre ad essere al termine del ciclo invernale, questa festa si pone anche come la prima festa del ciclo primaverile, infatti, in alcune tradizione campane, si osservano all’interno dei cortei maschere rappresentanti la primavera o archi costituiti da fiori intrecciati, ad esempio a Mercogliano viene rilevata la figura del venditore di fiori il quale indossa un costume intessuto da fiori di stoffa il cui compito è quello di offrire dei mazzetti di mimosa alle donne che incontra per strada.
La tradizione campana del Carnevale è sempre stata molto attiva fin dai suoi albori ed era partecipata soprattutto dalla plebe che approfittava di questo periodo per lasciarsi andare ad eccessi e trasgressioni che si manifestavano attraverso strani travestimenti, giochi particolari, canti carnevaleschi a volte osceni e ricchi di doppi sensi e rappresentazione di commedie popolari in tono volgare. Ma il momento di gloria del carnevale campano si ebbe nel Regno dei Borboni quando, soprattutto nella città di Napoli, continuava ad essere festeggiato con sfilate, maschere e carri allegorici a volte anche molto sfarzosi; a partire dalla metà del 1700 venne introdotta la Cuccagna, una sorta di gioco-banchetto che consisteva in una costruzione di vari materiali sui cui venivano posti degli alimenti (pane, carne, pesce, formaggio, verdure ecc.) e che, dopo essere stata in mostra per alcuni giorni di fronte a Palazzo Reale, veniva lasciata al saccheggio del popolo sotto lo sguardo divertito della nobiltà napoletana. Questa usanza si diffuse anche nei paesi campani con il nome di Albero della Cuccagna, un altissimo palo, solitamente un tronco di albero molto alto privato dei rami, posto al centro del paese e sulla cui sommità venivano sistemate vivande varie che i partecipanti dovevano raggiungere arrampicandosi per poterne afferrare quante più possibile.
I personaggi classici della tradizione carnevalesca campana sono Pulcinella, la famosa maschera napoletana della commedia dell’arte nata nella seconda metà del Cinquecento e rivisitata nel 1800 da Antonio Petito (attore e drammaturgo italiano), protagonista non solo del carnevale ma dell’intera tradizione popolare napoletana; e la Vecchia del Carnevale, una “metamaschera”, ossia una maschera nella maschera, rappresentata da Pulcinella a cavallo di una signora che danza al suono delle nacchere in un ballo malizioso ed erotico.
Tra i carnevali più seguiti della Campania vi sono: il carnevale di Striano, che si contraddistingue per le maestose opere in cartapesta realizzate dagli artigiani locali nei cantieri della Cittadella del Carnevale (14, 15, 17, 21 e 22 febbraio 2015); il carnevale di Montemarano, che si svolge al ritmo della tarantella montemaranese dalle origini molto antiche e che rientra dal 2012 nel brand “Carnevale Princeps Irpino” (dal 12 al 22 febbraio 2015) ; il carnevale di Saviano, caratterizzato da imponenti carri allegorici seguiti da cortei di figuranti danzanti (dal 12 al 22 febbraio 2015) ; il carnevale di Palma Campania, con protagoniste le “quadriglie”, gruppi carnevaleschi locali che si sfidano in una competizione musicale (15-16-17 febbraio 2015).
Chiara Siniscalchi