La Corte di Cassazione rimette a tutti gli effetti in piedi il reato di associazione a delinquere in capo a Clemente Mastella, reato per il quale il Gup il 31 marzo 2011 si pronunciò per il proscioglimento. Il tutto nell’ambito dell’inchiesta sula gestione dell’ Arpac , l’agenzia regionale e l’ambiente . Quel giorno l’ex ministro e leader dei Popolari per il Sud Clemente Mastella, fu rinviato a giudizio con l’accusa di truffa, appropriazione indebita e abuso d’ufficio. Nel primo caso a Mastella è stato contestato di aver comprato due appartamenti di proprietà dell’Udeur e la testata giornalistica “Il Campanile”, mentre l’abuso d’ufficio attiene all’assegnazione di incarichi da parte dell’Arpac. Ma sul reato disciplinato dall’articolo 416 del c.p.p. il Gup dichiarò il non luogo a procedere. Questo perché tralasciò un dettaglio di non poco conto: le formazioni politiche gestiscono e acquisiscono potere ma non necessariamente a scopi illeciti. Ora una sentenza della Corte di Cassazione annulla con rinvio quella formulata dal Gup, ma solo nella parte attinente al reato di associazione a delinquere. Per Mastella dunque un altro grattacapo giudiziario.