In questi giorni per mera casualità, mi e’ capitato di transitare per la frazione Celzi di Forino, in Via Carpini con precisione nella zona degli ex prefabbricati pesanti e lanciando qualche fugace sguardo, la vergogna ha superato la mia meraviglia nel vedere uno spettacolo davvero indecoroso. Ruderi in legno, li buttati come agonianti scheletri memori di una lontana sciagura del terremoto del 1980. Ancora oggi riaprono pungenti ferite di sangue, le quali non sembrano essersi rimarginate ma che al guado ancora travasano dolore ed indignazione di un degrado inqualificabile, di una bruttura senza termini che solo alzando solo sguardo verso il colle San Nicola sembra un poco mitigarsi. Ma la sensazione è brevissima quando si scorge li a qualche metro di distanza, un simbolo di adamantino candore, la Scuola dell’Infanzia inficiata al alter ego di quello squallore. Ho creduto qualche istante di essere a Mogadiscio, mi son destato transitando sul selciato in asfalto, tra l’altro pieno di buche e sbirciando vicino al campanello di una villa attigua il nome italiano dei proprietari. Beh mi sono detto forse è solo un sogno, ma rivoltando lo sguardo ho rivisto tutto e mi sono reso conto che era pura realtà, quell’immagine degradante ed obbrobriosa con la speranza che quegli anemici scheletri di quei prefabbricati sono solo obbrobrio e non contengano anche danni per la salute pubblica. Questo non possiamo dirlo bisognerebbe domandarlo a chi di dovere. DANIELE BIONDI