Il Consigliere Provinciale NCD Avv. Antonio Aurigemma, componente del coordinamento provinciale del Nuovo ha preso atto delle dichiarazioni riportate a mezzo stampa e rilasciate dal sig. Generoso Cusano, candidato alle ultime elezioni regionali nella lista del Nuovo Centro Destra e precisa quanto segue.
«Il sig. Cusano, nel maldestro tentativo di analizzare il proprio deludente risultato elettorale ha voluto celarlo e camuffarlo dietro una presunta sottovalutazione della scelta operata da De Mita sostenendo, inopinatamente, che il partito “non poteva difendere Foglia in Irpinia e Sommese a Napoli” di guisa che il territorio è rimasto privo di rappresentanza. Cusano, invece di iscriversi al partito di coloro che analizzano ex post dopo aver propugnato per mesi in ogni sede l’esatto contrario, avrebbe fatto meglio a spiegare le ragioni del suo personale risultato elettorale tenuto conto che nel giro di cinque anni ha perduto oltre settemila voti; se ne avesse perduto solo seimila la provincia di Avellino oggi avrebbe il proprio rappresentante del NCD in seno al Consiglio Regionale. Lo stesso Cusano dovrebbe anche ricordare come, per quanto riguarda le elezioni amministrative svoltesi ad Ariano Irpino, si è fermamente opposto a un accordo con l’attuale sindaco Domenico Gambacorta, per sostenere un candidato sindaco espressione del Partito Democratico con il risultato a tutti noto. Inoltre, lo stesso Sig. Cusano, o chi per lui, nel corso dell’ultimo anno è stato praticamente candidato a tutto non riuscendo mai nell’impresa di essere eletto, pur in presenza di risultati significativi del Nuovo Centro Destra, come nel caso delle elezioni del Consiglio Provinciale di Avellino. Nel ribadire il sostegno al Coordinatore Regionale Gioacchino Alfano e al Coordinatore Provinciale Pietro Foglia e nell’apprezzare il lavoro svolto dalle candidate Monica Spiezia ed Angelina Aldorasi unitamente a tutti gli attivisti e dirigenti diffusi sul territorio provinciale, si raccomanda al sig. Cusano una riflessione più attenta e veritiera che non può che partire proprio da una verifica del proprio presunto radicamento nel territorio di provenienza invece di arrampicarsi in analisi e congetture prive francamente di ogni base reale e politica».