di Gianluca Martone
Vorrei proporle una mia importante iniziativa fatta oggi 19 maggio 2020. Ho deciso in questa santa giornata, come si puo’ desumere dalle foto inviate, dopo aver mandato il solito avviso di comunicazione con la Pec professionale all’Ufficio del Gabinetto della Questura di Napoli, di fare un momento di preghiera dalle ore 11 alle 13.30 in prossimità dell’ingresso dell’ospedale Loreto Mare di Napoli, per pregare non solo in riparazione all’aborto chimico e chirurgico come sto facendo da tre anni, ma anche per tutti i malati e i defunti di Coronavirus, senza il consueto volantinaggio, rispettando naturalmente i decreti governativi del distanziamento sociale e indossando la relativa mascherina, resa obbligatoria dall’ordinanza del Governatore De Luca lo scorso 2 maggio anche all’aria aperta. Insieme all’ospedale Cotugno, il “Loreto Mare” è stato uno degli ospedali requisiti per affrontare l’emergenza Coronavirus. Pertanto, sono state INTERROTTE tutte le altre attività sanitarie, compresa NATURALMENTE LA SALA ADIBITA AGLI ABORTI. E’ VERAMENTE UN MIRACOLO DELLA FEDE, CHE ATTRIBUISCO ALL’ONNIPOTENZA DEL SIGNORE E DELLA STRAORDINARIA EFFICACIA DELLA SANTA MESSA CATTOLICA DI SEMPRE, CHE MI HA CONSENTITO DI FARE TUTTO QUELLO CHE HO FATTO IN QUESTI TRE ANNI. Infatti, quando iniziai a presidiare quest’ospedale, si facevano 1300 aborti ogni anno, con tre turni settimanali di sedute. Dopo un crollo vistoso già riscontrato un anno fa, con il clamoroso crollo da 1300 a 300 aborti ogni anno, ora la chiusura definitiva a causa dell’emergenza Coronavirus, dove vedo un grande segno di Dio e della sua Misericordia, in quanto il Signore dal male trae sempre il bene, con TANTI BAMBINI CHE NASCERANNO E CHE POTRANNO ESSERE BATTEZZATI PER GODERE LA VISIONE BEATIFICA DI DIO.
Sono innanzitutto tre i motivi che mi hanno indotto a fare questa iniziativa in un momento cosi delicato per tutti, in cui regna ovunque ancora la paura di ricominciare a vivere, dopo il lockdown di due mesi: 1) Vedere il culto pubblico, tutelato dall’art. 19 della nostra Carta Costituzionale relegato nella clandestinità è stato un dolore incredibile e, pertanto, volevo dare una testimonianza pubblica di Fede, come del resto ho sempre fatto in questi ultimi tre anni, al fine di dire con i fatti e non con le parole che NON MI RASSEGNAVO ALLA MORTE DEL CULTO PUBBLICO DELLA FEDE CATTOLICA, in particolare di DIRITTO DIVINO, con l’art. 19 che recita:” Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”. 2) Oltre a questo aspetto, ho preso questa decisione in questo momento di ripresa dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus perché stesso Nostro Signore Gesu’ Cristo per chi crede ci invita a NON AVERE PAURA, A NON BARRICARCI NELLE NOSTRE MURA, MA AD AVERE IL CORAGGIO DI TESTIMONIARE PUBBLICAMENTE LA NOSTRA FEDE,costi quel costi, come disse Gesu’ nel Vangelo di San Matteo al capitolo 5:” Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”. 3) Infine, con la preghiera solitaria e con la recita incessante del SANTO ROSARIO, la preghiera piu’ amata dalla Madonna soprattutto in questo mese di maggio a lei dedicato, ho voluto dare non soltanto un messaggio di speranza a tutti, ma ho voluto anche dire che, al di là delle norme sanitarie, che vanno comunque rispettate, OCCORRE RIMETTERE AL CENTRO DELLE NOSTRE VITE NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO E LA SUA DIVINA REGALITA’ SOCIALE, che dirige in modo misterioso e provvidenziale la storia di ciascuno. L’uomo moderno non ha unicamente bisogno di mangiare, di dormire e di passeggiare per il benessere psico- fisico, tutte attività ottime, ma legate ad una dimensione materiale, ma ha bisogno soprattutto di DIO PER IL SUO BENESSERE SPIRITUALE E PER LA SALVEZZA DELLA SUA ANIMA. Una concezione come quella attuale, portata avanti dal Governo, in cui E’ NECESSARIO ANDARE AL SUPERMERCATO, IN FARMACIA, ALLE POSTE O AI TABACCHINI, mentre non è indispensabile andare a pregare, con tanti sacerdoti e fedeli multati in modo assurdo e illegittimo, denota proprio questo drammatico aspetto, che il mio momento di preghiera ha voluto confutare, sempre nel rispetto dell’Ordinamento Costituzionale vigente e dell’amore per ciascun essere umano, da quelli concepiti nei grembi delle loro madri fino a quelli malati e defunti. Vorrei concludere con la bellissima testimonianza di Eleazaro, episodio tratto dal secondo Libro dei Maccabei, che ci invita ad avere il coraggio della testimonianza fino al martirio se necessario, per dare esempi positivi di santità soprattutto ai piu’ giovani:” In quei giorni, un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell’aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e a ingoiare carne suina. Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s’incamminò volontariamente al supplizio, sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per attaccamento alla vita. Quelli che erano incaricati dell’illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest’uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare le carni sacrificate imposte dal re, perché, agendo a questo modo, sarebbe sfuggito alla morte e avrebbe trovato umanità in nome dell’antica amicizia che aveva con loro. Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia, della raggiunta veneranda canizie e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, ma specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero pure alla morte. «Poiché – egli diceva – non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant’anni Eleàzaro sia passato alle usanze straniere, a loro volta, per colpa della mia finzione, per una piccola e brevissima esistenza, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. Infatti, anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire, né da vivo né da morto, alle mani dell’Onnipotente. Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi». Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. Quelli che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo che le parole da lui pronunciate fossero una pazzia. Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: «Il Signore, che possiede una santa scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell’anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui». In tal modo egli morì, lasciando la sua morte come esempio di nobiltà e ricordo di virtù non solo ai giovani, ma anche alla grande maggioranza della nazione”.