E’ una “terra di nessuno” che diventa periodicamente e, di fatto, senza soluzioni di continuità un’imponente discarica abusiva, ricettacolo di ogni genere di rifiuti indifferenziati, speciali e pericolosi, oltre che di rifiuti ingombranti. E’ l’ Alveo Avella che corre sull’asse Cicciano–Camposano, a suo tempo “tombato”, con tutti i rischi e le insidie che comporta la tecnica di ricoprire di cemento rivi ed alvei naturali, oltre che tratti dei Regi Lagni, trasformandoli in strade. Sulla condizione dell’ Alveo Avella diventato discarica ad alto indice di inquinamento, c’è la denuncia dell’avvocata Nunzia Coppola, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, che chiede alla Procura della Repubblica di Nola di porre sotto sequestro l’area interessata con adeguato sistema di controllo e vigilanza, per non accentuarne lo stato di pericolosità sociale e di focolaio di contaminazione, a fronte dell’inerzia delle Istituzioni locali.
di Gianni Amodeo
La premessa è d’obbligo. Della formazione delle discariche abusive e incontrollate che costellano i siti di periferia più disparati, come show room in eclettica e futuristica composizione di ogni genere di rifiuti indifferenziati, ingombranti, speciali e pericolosi, i primi responsabili diretti sono i cittadini che le realizzano ed utilizzano con certosina assiduità. Una responsabilità, la loro, di assoluta gravità che penalizza l’ambiente e svilisce la vivibilità della comunità cittadina. E tanto più sono da condannare nel pubblico giudizio, se addirittura sui territori operano regolarmente i sistemi di igiene urbana ed ambientale dei Comuni, con i turni per la raccolta differenziata, disponendo anche di isole ecologiche, attrezzate con la specifica impiantistica. E non avvalersi di tali sistemi, è tangibile testimonianza di deteriore e sciocco auto-lesionismo.
Detto ciò, in correlazione con i comportamenti incivili della gente si collocano, però, anche le omissioni delle amministrazioni comunali che non esercitano i dovuti e costanti servizi di vigilanza e controllo, per evitare il ripetersi e diffondersi del grave fenomeno, fonte e focolaio di contaminazione dell’aria e delle matrici ambientali, suolo e falde acquifere. Ed è il caso dell’Alveo Avella che salda le linee di confine dei territori comunali di Cicciano e Camposano; un segmento di Alveo, che rientra nella mappatura – piuttosto estesa e variegata in Campania e segnatamente nell’area nolana – dei rivi e degli alvei naturali, oltre che dei Regi Lagni “tombati” con coperture di cemento ad iniziare dagli anni ’60 in poi. Un’insidiosa e rischiosa tecnica cementizia di copertura che espone le circostanti aree ad inondazioni frequenti e incontrollabili, come spesso accade, per l’abbondanza delle piogge o per il crescente flusso delle acque provenienti dai Monti Avella; una tecnica d’azzardo sotto vari aspetti, ma genericamente motivata ed utilizzata per ragioni urbanistiche, funzionali a far realizzare non solo strade asfaltate,per agevolare la viabilità veicolare, ma addirittura insediamenti abitativi sui siti “tombati” o all’altezza delle linee degli argini.
L’Alveo Avella non è,però, soltanto una strada sui generis. E’ anche una discarica a tempo pieno, in cui si trova di tutto, dai rifiuti indifferenziati a quelli ingombranti, da quelli speciali a quelli pericolosi come le lastre d’amianto, monitor televisivi e via seguendo. E a nulla finora sono valse le segnalazioni dei cittadini, per chiedere interventi istituzionali mirati, in grado di bloccare e contrastare l’ incivile usanza dell’abbandono dei rifiuti. Uno scempio permanente, su cui ha aperto i riflettori dell’attenzione, l’avvocata Nunzia Coppola, capo-gruppo del Movimento 5 Stelle nel Consiglio comunale dell’Ente di corso Garibaldi, affidando la rappresentazione della vicenda dell’Alveo Avella alla denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Nola, alla Prefettura e al Comando provinciale del Nucleo operativo ecologico di Napoli.
Per la specificità delle sue funzioni consiliari, Coppola pone sotto accusa l’inerzia dell’amministrazione comunale di Cicciano rispetto al problema, evidenziando anche i tentativi posti in essere con istanze documentate, ma andati a vuoto, per ottenere un incisivo intervento del Settore -ambiente dell’amministrazione e della Polizia municipale, per rimuovere il problema. Una condizione, per la quale nella denuncia, l’avvocata Coppola chiede alla Procura della Repubblica di Nola …” l’emissione del decreto di sequestro penale probatorio degli atti richiesti al Comune di Cicciano e\o ogni ulteriore atto d’istruttoria dall’Ente formulata e, in subordine, di porre sotto sequestro la zona con controllo, per impedire ulteriori sversamenti ”. Nella denuncia si evidenziano le ragioni per l’accertamento delle eventuali responsabilità, in ordine ai reati penali ascrivibili ai sindaci di Cicciano e di Camposano. In specifico, le motivazioni sviluppate nella denuncia prospettano le ipotesi di reato che vanno dall’inquinamento al disastro ambientale.
Se l’Ente di corso Garibaldi è nel mirino della denuncia presentata dal capo-gruppo consiliare dei penta stellati, per evidenti ragioni istituzionali, resta ora da capire e verificare se e quale ruolo eserciterà l’amministrazione comunale di Camposano, guidata dal sindaco Franco Barbato, chiamata in causa, per risolvere il caso, davvero disonorevole. Di certo, l’ Alveo Avella non può continuare ad offrire di sé la squallida immagine di degrado, così come appare nel foto–servizio di Francesco Barlotti.