I giovani nell’incontro con il più grande poeta americano contemporaneo focalizzano il ruolo dell’impegno etico e della cultura civile per la promozione della pace e la costruzione di un mondo conciliato con se stesso senza uomini e popoli desolatamente messi “in mora dal progresso”. Un’ intensa e pregnante conversazione a più voci innescata dai temi de “ L’arcano del Vietnam”, pubblicato da Hirshman nel 1972 e tradotto ora in Italia da Raffaella Marzano per multimedia edizioni.
di Gianni Amodeo
Pacifista per la convinta e forte visione del mondo, in cui si riconosce da sempre e che contempla l’umanità conciliata con se stessa, senza inseguire e attuare cinici progetti di potere, disegni di conquiste e di dominio con guerre che servono solo ad annientare vite, a generare drammi, distruggere città; ed è chiamato il “Poeta della gente”. Un appellativo caratterizzante ed un riconoscimento di caratura internazionale, che gli derivano dalla straordinaria attitudine di sintonizzarsi e penetrare nel comune sentire popolare, rappresentandone emozioni e pensieri senza schermi para-ideologici e schemi pre-costituiti. E’ un attitudine spirituale e alchemica, arricchita e ravvivata non solo dall’eccezionale lavoro ch’è venuto compiendo in tutti questi anni, per tradurre e far conoscere in lingua inglese e americana le opere dei più significativi poeti contemporanei europei, ma anche e soprattutto dalla passione per la lettura diretta delle sue composizioni pervase di valori civili e solidali nelle piazze e nelle strade nelle città degli States fin dagli anni ’50 del secolo scorso, con una lunga serie di reading con altri poeti in tante altre città del mondo, tra cui quello di recente compiuto in Cina insieme con la moglie Agneta Falk, poetessa e pittrice che ha composto opere di alto profilo estetizzante.
E’ nato nel 1933 a New York, vive a San Francisco, in California ed ha profondi legami con le bellezze paesaggistiche e naturalistiche d’Italia, specie quelle della Costiera amalfitana, con il riconoscimento della cittadinanza onoraria di Baronissi, dove opera ed attiva la “Casa della poesia”, largamente benemerita per la diffusione e divulgazione di opere letterarie di autori, che dialogano con le Muse senza schemi convenzionali e retorici, per essere testimoni dell’attualità. dei nostri giorni. E’ Jack Hirshman, inseparabile dal cappello a falda larga calato in testa di sghimbescio con lo stile dello scanzonato e sorridente cow boy, tra i maggiori poeti della Letteratura mondiale contemporanea per l’autenticità della vena creativa e per la schiettezza del linguaggio anti-conformista e anti-convenzionale, con il verseggiare fatto di immagini rapide e fulminanti nell’essenzialità delle parole, che incidono e veicolano significati pregnanti, senza svolazzi enfatici. Una testimonianza d’impegno culturale e sociale, la sua, variamente censurata ed osteggiata dal potere, che ha sempre contrastato, ispirandosi agli ideali e alla pratica della non-violenza, con ci possibile far valere la cultura della pace, da costruire nei sentimenti e nei pensieri come work in progress da vivere con spirito di servizio, sapendo attestarsi con onestà e coraggio sui versanti della libertà e della giustizia.
IL MONDO DI OGGI E CONFUSO DI OGGI SENZA ORIZZONTI IDEALI . DAL CAPITALISMO OCCIDENTALE AL CAPITALISMO DELLA CINA COMUNISTA. LA ROBOTIZZAZIONE E LA LUCE DELLA POESIA
Jack Hirshman per la presentazione de “ L’Arcano del Vietnam”- fa parte degli “Arcanes” la vasta opera di cui è autore- pubblicato nel 1972 e ora tradotto da Raffaella Marzano per Multimedia edizioni, ha incontrato alcune classi della comunità studentesca del Liceo statale “Medi”, nell’ambito dell’interessante rassegna “Voci dal mondo. A colloquio con gli autori”, che rientra nelle attività formative della struttura di via Madre Teresa di Calcutta ed è curata dai docenti Carlangelo Mauro e Rosanna Napolitano, con la coordinazione del dirigente della struttura, il professore Pasquale Amato. Un vivace ed articolato approccio, grazie al livello di conoscenze proposto dai giovani, e nutrito dalla lettura dei versi del testo che ha permesso di rivisitare le vicende della guerra, che si consumò dal 1955 al 1975, devastando con massacri e infinite tragedie una delle più belle aree dell’Asia. Un conflitto- semplificando al massimo- a cui gli States parteciparono, fiancheggiando il governo sud-vietnamita in conflitto con il Fronte di liberazione e il Vietnam del Nord filo-comunisti.
Un conflitto ventennale, che seguì di un decennio la seconda guerra mondiale, che per il pacifista Hirshman ha segnato l’abbrivio “della catastrofe e delle prime incrinature del Sogno americano”. E c’é da chiedersi se l’abbrivio e le prime criticità di quella che si è chiamato il Sogno americano abbiano avuto sviluppi e accelerazioni nei decorsi 50 anni, disegnando radicali e sostanziali cambiamenti nella geo-politica mondiale. La risposta dell’autore degli “Arcanes” è senza indugi né remore.
“E’ cambiato, in verità, poco o nulla negli assetti strategici della politica internazionale – sostiene- la potenza militare dell’America, con la specifica organizzazione logistica e i relativi supporti della tecnologia sviluppata intensamente fin dalla seconda guerra mondiale, è inalterata ed è strutturalmente predominante su tutti gli scacchieri, in virtù anche della vasta rete delle basi operative di cui dispone in modo capillare sotto tutte le latitudini. E l’America di Trump – aggiunge -è nel solco di questo ruolo, che ha sempre esercitato e che anzi consoliderà e rafforzerà con i rischi che ne potranno conseguire”.
Se non sono stati sostanziali i cambiamenti dopo la fine del conflitto ventennale in Vietnam, facendo “conservare” integro e di fatto il Sogno americano, nonostante le “incrinature” di mezzo secolo fa, vuol dire che il capitalismo occidentale e l’ imperialismo americano hanno retto in modo adeguato il confronto con il tempo e la storia, assimilando e metabolizzando compiutamente la rivoluzione tecnotronica, ho fatto rilevare a Hirshman. E’ fuori di dubbio- ho aggiunto- che si è di fronte ad una capacità di tenuta a cui, per di più, corrisponde l’ibrido che mette insieme capitalismo e comunismo, di cui la Cina dei nostri giorni è la testimonianza politica concreta, sotto gli occhi di tutti, protagonista com’é del commercio internazionale. Vuol dire allora che il capitalismo con le articolazioni del libero mercato ha superato e vinto ogni sfida?
“Non mi sembra. Non é così. Il parallelo – spiega- non ha alcuna ragione di esistere e di essere proposto. L’attuale sistema politico ed economico-produttivo della Cina assolve, invece, una funzione di equilibrio e bilanciamento verso l’America. Così come va riconosciuto che se a Pechino il governo è comunista, non può dirsi che la Cina sia una società comunista”.
Qual è il senso di marcia del mondo, oggi?
“C’è tanta confusione di lingue- sottolinea Hirshman. I problemi che vive l’umanità sono tanti e non si profilano soluzioni a breve termine. Nessuno le ha. Mancano gli orizzonti delle idee che danno significato e valore alla vita, alla società. Sono orizzonti da costruire con assiduità d’impegno e amore per il bene dell’umanità. Tutti ne siamo responsabili. ”
La tecnologia ha una forza dirompente e di rapida innovazione. E siamo approdati al crescente diffusione dell’intelligenza artificiale della rivoluzione 4.O. La robotizzazione predomina e finirà per restringere o addirittura rimuovere lo spazio della poesia?
“La tecnologia e la robotica sono il presente e il futuro- evidenzia il poeta- del mondo. Ma la luce che rischiara la mente degli uomini, rappresentandone dolori e speranze, resta sempre quella della poesia civile, che nutre le coscienze, affinché nessuna parte dell’umanità sia desolatamente messa in mora dal progresso, diffondendo le libertà civili e politiche”.