Impegnati in uno stage di formazione , 21 giovani nell’ambito del por-campania “la luce di un’idea”. Sei le aree tematiche del laboratorio didattico al centro dell’importante e qualificata iniziativa mirata sull’importanza del recupero e della valorizzazione delle varieta’ colturali per il cibo sano, l’economia produttiva e la tutela dell’ambiente. L’incontro tra le culture, in cui il locale e il globale interagiscono e s’integrano.
Un’esperienza di straordinaria portata, quella che dal 15 giugno stanno vivendo, ventuno, tra ragazzi e ragazze del Liceo statale “Enrico Medi”, presidio scolastico frequentato da oltre mille studenti dell’area basso-irpina e dell’area nolana; esperienza, in cui coniugano interessanti attività di Laboratorio e la formazione di cultura scientifica, al “ Biodiversity park”, allestito da BolognaFiere, Expo-2015 Spa,Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Federbio, negli spazi dell’ Esposizione universale-2015; esperienza che si concluderà il 10 luglio, con il rientro a Cicciano, previsto per il giorno successivo.
Lo stage in atto fa riferimento al progetto “La luce di un’idea” e si rapporta agli obiettivi del Por-Campania 2013 , con risorse finanziarie rese disponibili dall’ Unione europea; progetto che il Liceo “Medi” ha messo a punto e definito – secondo gli stringenti criteri e parametri previsti dallo specifico bando regionale- in stretta collaborazione con Assoform di Rimini e l’E.A.R.T. H. Academy rete europea dell’ambiente. Una scelta progettuale, che fa leva sulla multidisciplinarietà , sulla professionalità, sulla responsabilità, sulla ricerca della qualità e dell’ eccellenza; scelta articolata e coerente con la missione che viene svolgendo da sempre il “Medi” – di cui é preside il professore Pasquale Amato– quale promotore di cultura e punto di riferimento autorevole e credibile per le comunità del territorio, con iniziative e attività di diffusione della conoscenza, integrando e ampliando la sfera dei percorsi curriculari strettamente didattici, guardando anche alla realtà sociale.
LA LUCE DI UN’IDEA PER IL TERRITORIO
Non è affatto casuale, la chiave ispiratrice de “La luce di un’idea”, ispirata proprio dal contesto territoriale e dalle criticità sociali da cui é segnato. Ed è la realtà – costituita da un lembo della provincia di Avellino che s’interfaccia con parte della Città metropolitana di Napoli- che ha fatto registrare nell’arco dei decorsi decenni “una profonda e disordinata trasformazione sociale ed economica, uno sproporzionato e anomalo sviluppo urbanistico, un conseguente calo di produzione agricola e l’avvio di un’economia di tipo industriale, fatta di piccole e medie imprese, legate all’alimentazione, ai servizi, ma anche alla produzione. La carenza di infrastrutture e di risorse, un ruolo non sempre efficace delle Istituzioni pesano sull’economia, sui sentimenti identitari, sul consolidamento dei processi aggregativi e di socializzazione”. E’ l’identikit, che fissa corposi aspetti del complessivo “arretramento” sociale subìto dal contesto e di cui sono larga componente le anomalie del disordinato sviluppo urbanistico, senza alcuna visione complessiva di urbanizzazione di realtà comunali, ormai integrate e costitutive di un’unica entità fisica, ma non amministrativa.
Di fatto, la cementificazione anche affaristica e speculativa, fino ad edificare addirittura in stretta vicinanza dei Regi lagni o degli alvei naturali, in plateale violazione della legge-Galasso, per non dire delle “aggressioni” alle aree collinari con sghembi…edifici e pretenziose…ville; cementificazione, che per decenni ha fatto le straordinarie fortune di costruttori e imprenditori, riducendo ai minimi termini la base produttiva di vocazione primaria del territorio, un tempo identificato come spicchio di quella Campania Felix, ch’era in grado di assicurare dai tre ai quattro raccolti orticoli e frutticoli a ciclo annuale. Era la base produttiva, costituita appunto dai suoli agrari, sulla cui parte residuale si privilegia, allo stato attuale, la monocoltura dei noccioleti, praticata con largo ed anomalo utilizzo di fertilizzanti chimici, erbicidi, pesticidi, vere scariche di …droghe e veleni, che contaminano i terreni irreversibilmente . E’ lo scenario, in cui la biodiversità, fattore decisivo per lo sviluppo qualitativo dell’agricoltura, è stata profondamente ridimensionata, anzi cancellata.
Un quadro, quello focalizzato nell’impostazione del progetto del “Medi “, che, al di là delle specifiche criticità del territorio sotto esame, si riconduce alle analoghe e più incalzanti problematiche di profilo planetario, segnatamente nell’Occidente, su cui Expo–2015 tiene aperti i riflettori a 360°; riflettori che concentrano- va ricordato- i loro fasci di luce anche sui principi della Carta universale dei diritti della terra coltivata; principi che integrano i valori della naturalità, dell’ integrità, della dignità’,della fertilità della terra. Sono i principi, che si rapportano all’importanza della bio–diversità, da recuperare e valorizzare per la produzione del cibo sano e per la buona alimentazione.
IL LABORATORIO DIDATTICO E GLI SCAMBI INTERCULTURALI
Per i ragazzi e le ragazze del “Medi”, grazie al supporto dell’azione di tutoraggio, svolta dai professori Valter De Vito e Luigi Roberto Rapidà, le giornate che trascorrono ad Expo–2015 sono collegate alle attività del Laboratorio didattico e formativo, calibrato su sei aree tematiche, dai semi ai cereali, dai legumi agli ortaggi, dagli oli ai vini,dalla frutta ai prodotti di allevamento e via proseguendo sulle conoscenze e sulle pratiche applicative delle filiere della buona agricoltura, che fanno capo e leva sulla biodiversità.
Sono i percorsi di studio e lavoro del “Biodiversity park”, che mirano a fare acquisire la conoscenza dei fattori, che garantiscono produzioni di qualità e integrate per il cibo sano. Ma sono processi di apprendimento, al cui centro sono anche e soprattutto gli scambi interculturali con giovani di altri Paesi aperture verso orizzonti, per i quali il locale e il globale interagiscono e si corrispondono. Un’esperienza,quella che stanno maturando nella Milano, attualmente la Capitale del mondo, grazie a Expo-2015, che li rende più attenti al territorio e alla sua valorizzazione che passa attraverso la buona agricoltura. E il futuro del pianeta-terra è sempre più connesso alle sorti proprio dell’agricoltura.