di Gianni Amodeo
Sarà all’esame del civico consesso – convocato per mercoledì alle ore 20- la mozione di sfiducia verso il sindaco Raffaele Arvonio, presentata al competente organo prefettizio di Napoli e sottoscritta da otto consiglieri, di cui cinque della minoranza e tre della maggioranza, con conseguente parità di rappresentanza da un versante all’altro nell’attuale configurazione dell’assemblea dell’Ente di via Garibaldi. E c’è da rilevare che con il voto di maggio del 2013, alla formazione civica di “Paese futuro” fu conferito il mandato del governo cittadino con largo consenso, pari a circa il 70 % dei voti espressi, per undici seggi consiliari, mentre alla minoranza, espressione dello schieramento civico “Uniti per Cicciano”, furono attribuiti cinque seggi, “diventati”, di fatto, sei in funzione della scelta di Veria Vassallo dopo la separazione dalla maggioranza, per la quale era stata eletta con un apprezzabile consenso di preferenze personali.
E’ uno scenario di fragili equilibri, in cui il ruolo di “Ago della bilancia” è riservato a Lucio Amato, amministratore di lungo corso, dottore commercialista. La sua è una posizione di sostanziale attenzione ed osservazione sull’evolversi della situazione attraversata da diffuse fibrillazioni proprio in questi giorni, scanditi dall’intensificarsi di incontri ed abboccamenti vari che si susseguono negli ambienti politici cittadini, in vista del dibattito consiliare. Eletto nella lista di “Uniti per Cicciano”, Amato ha preso le distanze dalla minoranza già nel 2014, non condividendone metodi e obiettivi, ritenuti inadeguati alle esigenze e alle problematiche, con cui la città deve misurarsi e rapportarsi; esigenze e problematiche complesse e che “richiedono – come sempre ha sostenuto- percorsi di condivisione, di cui il generale interesse deve essere l’unica bussola di orientamento nelle scelte da fare ”.
In realtà, la conflittualità apertasi nel civico consesso, segnatamente nelle file della maggioranza, assegna ad Amato un ruolo delicato e di alta responsabilità sul piano della conta numerica, a conclusione della discussione sui contenuti della mozione di sfiducia, che sarà all’ordine del giorno nella seduta, indetta dalla Conferenza dei capi-gruppo. La spaccatura determinatasi fa risaltare la configurazione di due schieramenti coesi e decisi a far valere le loro ragioni, allo stato dei fatti inconciliabili, salvo ripensamenti dell’ultima ora. E tutto ciò accade ad un anno e mezzo dalla scadenza normale del ciclo amministrativo, aperto nel 2013. Sulla delicata fase che vive l’amministrazione comunale, Amato ha già reso nota la posizione, che intende interpretare con dichiarazioni fornite agli organi d’informazione televisiva e giornali; posizione, che sarà formalizzata nella trasparenza e nel pubblico dibattito consiliare, avendo come “ riferimento la valutazione politica ed amministrativa che farà sulle ragioni, che sono alla base del documento di sfiducia e su quelle della richiesta di rinnovata fiducia per la continuità amministrativa, che sarà fatta dal sindaco Arvonio”. E sullo sfondo si colloca il dato, che evidenzia come quella in atto – nel giro di circa quindici anni- faccia seguito ad altre tre crisi senza ritorno per dimissioni e mozioni di sfiducia, attestando una condizione di particolarismi e protagonismi che hanno negli ultimi tempi lacerato la vita politica cittadina, svilendo e depotenziando il senso bene comune; una condizione, che ha generato altrettanti commissariamenti prefettizi, con tutti pesanti oneri economici derivati, il cui conto è gravato – e graverà ancora- sulla fiscalità locale e con l’attività amministrativa ridotta ai minimi termini.
LE MOTIVAZIONI DELLA MOZIONE
La mozione di sfiducia segna l’apice di uno stato di malessere, che da tempo si viene consumando nel quadro delle relazioni interne alla maggioranza; stato determinato un mese fa dalle revoche dagli incarichi assessorili per Pizza e Ardolino, in funzione delle scelte con cui Arvonio aveva ri-disegnato a novembre l’assetto della Giunta; revoche, che a settembre erano state precedute dalle dimissioni di Nicola Dell’Anno dall’incarico di delegato al bilancio, dopo aver assolto le funzioni di assessore al bilancio.
Dell’Anno, Pizza e Ardolino nel corso dell’anno che si conclude hanno assunto un atteggiamento di contestazione verso il “primo cittadino”, con rilievi critici per quella che considerano mancanza di collegialità nella guida dell’amministrazione; un atteggiamento, per il quale Arvonio avrebbe finora privilegiato il ruolo di un “cerchio magico” assessori e consiglieri, formatosi intorno alla sua persona, con scelte discutibili, tra cui quella prospettata del project finacing per i lavori di ri-sistemazione, riassetto del Cimitero comunale, con gestione trentennale affidata alla società del project financing . Scelta, su cui il competente ufficio comunale aveva espresso il parere tecnico di fattibilità, ma, in realtà, rimossa dall’agenda dell’amministrazione, una volta recepito l’orientamento generale della cittadinanza, esplicitato in pubbliche assemblee, funzionali a promuovere la partecipazione popolare; una rimozione, a cui è correlato lo specifico deliberato dell’amministrazione, con la revoca del percorso intrapreso.
“La mozione di sfiducia delle scorse settimane- ha dichiarato Arvonio– era nell’aria e non giunge a sorpresa. Sarà analizzata e discussa in Consiglio comunale con franchezza e senza riserve mentali. L’azione che la maggioranza punta a svolgere e concentrata sull’attuazione del programma elettorale, per il quale la cittadinanza ha conferito allo schieramento di “Paese futuro” la responsabilità di amministrare Cicciano. Un progetto di normale governo cittadino, per la cui attuazione l’amministrazione è attivamente impegnata”.