di Felice Sorrentino
Cimitile. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto il consiglio comunale nel paese delle basiliche paleocristiane.
Si discuteva di variazioni al bilancio e il clima si è subito acceso.
In primo luogo, il consigliere Greco, ha lamentato la mancanza dell’affissione dei manifesti che avrebbero dovuto annunciare il consiglio ai cittadini e poi che le pec inviate ai consiglieri per la convocazione in consiglio fossero vuote, cioè mancanti dell’allegato che hanno dovuto scaricare dall’albo pretorio.
In merito alle variazioni al bilancio viene fuori che grazie alla nuova raccolta differenziata, progetto ereditato dalla precedente amministrazione, sono stati risparmiati 8.000€ ma che non verranno usate per abbassare il costo del servizio.
Si discute poi dell’aumento di 0,30€ (trenta centesimi) per ogni ticket pasto relativi alla mensa scolastica, e a questo punto il consigliere Greco chiede che fine abbiano fatto le indennità a cui la maggioranza annunciò in campagna elettorale di rinunciare e perché non le abbiamo usate per evitare gli aumenti?
Prende la parola il sindaco Nunzio Provvisiero rispondendo che sono state spalmate nei passati bilanci comunali.
Interviene allora l’assessore Felice Amato dicendo che sono servite ad evitare un aumento delle tasse e dei servizi comunali ma viene subito smentito da Greco che dice che tutte le tasse dal 2018 sono aumentate e lo stesso vale per i servizi come per l’appunto la mensa scolastica.
Chiede e ottiene la parola il capo dell’opposizione il dott. Francesco Di Palma che chiede lumi al segretario ed alla dirigente sull’impossibilità di spalmare le indennità poiché per legge deve essere previsto o indicato un capitolo dove andranno a confluire.
Il segretario comunale, insieme al presidente del consiglio Saverio Romano, rispondono che la domanda non è pertinente con gli ordini del giorno e che se vorranno potranno chiedere un consiglio ad hoc sulla questione non fornendo quindi al momento una risposta.
Si chiude ovviamente passando alle votazioni sulle variazioni al bilancio dove all’opposizione non restava altro che votare contro le scelte politiche dell’amministrazione in carica.