Le testimonianze di don Lino D’Onofrio, del vescovo Beniamino Depalma, di Franco Miano e dell’arcivescovo di Assisi, Domenico Sorrentino.
Nella chiesa di San Felice in Pincis in Cimitile, in occasione del decennale della scomparsa della professoressa Rachele Sibilla, si è tenuta una sua commemorazione, tra cultura e fede, come recita appunto il sottotitolo del saggio “Dare ali alla vita”, da lei composto a pochi mesi dalla promulgazione dell’enciclica “Fides et ratio”, nel 1998, da parte di S.S. Giovanni Paolo II. Un fremito di commozione percorre la vasta basilica frammista alla gioia di rivedersi e incontrarsi di tanti colleghi, ex-colleghi, amici e concittadini. Sempre più cospicuo il numero degli intervenuti, sempre più gremito il tempio.
Dopo una breve prolusione del vicario episcopale don Lino D’Onofrio, che ha porto anche il saluto di S. E. Beniamino De Palma, ancora convalescente, sono iniziati gli interventi di Giacinta, del prof. Franco Miano e dell’arcivescovo di Assisi Domenico Sorrentino. L’amica Giacinta ha evidenziato le caratteristiche morali di Rachele e in particolare la squisitezza delle sue virtù relazionali: apertura al dialogo e disponibilità al servizio, impegno in prima persona, senza pretendere dagli altri, saper apprezzare e rallegrarsi dei successi altrui, capacità di valutare con discernimento persone e situazioni senza “giudicare”, interrogare e chiedere con garbo, spronare e ammonire senza asprezza, non ostentarsi, ma essere e irradiarsi come modello nella ricerca e nella passione e dedizione didattica.
Tre gli ambiti territoriali in cui si è svolta prevalentemente la sua attività: Cimitile, luogo d’origine e di residenza, dove ha operato nel sociale, fin da ragazza e da giovane di A. C.; Cicciano, ove nel liceo scientifico ha insegnato Lettere per circa venticinque anni; Nola, ove ha collaborato con don Mimmo Sorrentino nelle insigni iniziative della Biblioteca S. Paolino, in particolare come curatrice dell’“Osservatorio letterario”.
In tutti questi ambiti ella si è distinta per le sue doti umane, culturali e professionali, come hanno sottolineato nei loro interventi sia il prof. Miano che l’Arcivescovo Sorrentino. Franco Miano, insigne docente di Storia e Filosofia, è stato suo giovane collega sia nel su mentovato Liceo di Cicciano, sia soprattutto nell’ambito dell’Azione Cattolica: qui hanno conseguito importanti “traguardi”, come presidenti diocesani di A.C. (il Miano, successivamente, dal 2006 al 2014, addirittura presidente nazionale). Il prof. ha messo in rilievo la rettitudine, l’intraprendenza e l’operosità della Sibilla come educatrice delle giovani generazioni, cercando di cogliere e trarre il meglio da loro. Ella ha coniugato in modo splendido nella sua vita cultura e fede, professionalità e volontariato.
Anche don Mimmo, giunto appositamente da Assisi, non ha voluto far mancare la sua illustre testimonianza. L’idoneità e l’impegno di Rachele nel promuovere interessanti appuntamenti letterari su autori novecenteschi, a lei particolarmente cari (in primis Italo Calvino), sono stati – ha affermato l’Arcivescovo – davvero esemplari e indelebili nell’attività della Biblioteca negli anni Ottanta e Novanta.
Gli atti dei vari convegni culturali, tenutisi in Seminario prevalentemente il martedì, sono riportati in un prezioso testo, avente come titolo Impegno e dialogo. E questi due termini possono senz’altro rappresentare la cifra e il paradigma della personalità di Rachele: impegno, dettato e motivato dalla fede (“la fede senza le opere è morta”), dialogo, motivato dalla ragione e che non può fare a meno di confrontarsi con gli altri (in ottemperanza alla sua etimologia), soprattutto nei nostri tempi, spesso bombardati, per altro, dall’ipertrofia mediatica.
Un aspetto che ha saputo cogliere nel suo originale testo narrativo, giustamente premiato a seguito del concorso indetto per la scuola in ricordo della professoressa, il giovanissimo talentuoso studente ginnasiale dell’Istituto vescovile paritario Alessio Vitulano: egli si è mosso sulla scia sia dell’Enciclica Fides et ratio, sia dell’opuscolo della Sibilla Dare ali alla vita: l’invito a innalzare, anzi a far volare la nostra vita per mezzo delle due ali che sono il fulcro di ogni persona e ne sintetizzano l’identità e il senso. Un racconto veramente bello, declamato da un giovane di Azione Cattolica: due ragazzi si innamorano, l’una della famiglia “Fede”, l’altro della “Ragione”. Ma “questo matrimonio non s’ha da fare” per l’ostilità reciproca dei familiari e in particolare dei genitori. L’eco manzoniana dell’intimidazione a don Abbondio da parte dei bravi di don Rodrigo è lapalissiana. Anche in questo caso, comunque, alla fine l’amore trionfa, grazie alla generosità del giovane, che compie ardue imprese per l’amata. E il matrimonio tra Fede e Ragione sostanzialmente si celebra. Quel che è accaduto appunto nella vicenda storica di Rachele Sibilla. Ed è la strada maestra da percorrere per autenticamente progredire, sia socialmente che spiritualmente.
Dopo il convegno, una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo emerito di Acerra S.E. Giovanni Rinaldi, e la gentile distribuzione gratuita, a cura dei familiari,di una copia del prezioso opuscolo della professoressa, a tutti i convenuti.
Per Franca Sibilla
Franca, sorridi;
le lacrime asciuga
con l’affettuosa corona
di amici fraterni e sinceri.
Tua sorella Rachele
vive nel Signore…
Splende altresì
nei tuoi occhi, nel tuo volto
e soprattutto
nel cuore e nella mente
tua e di noi tutti.
Ferdinando Cavezza
ex collega