Il caso segnalato da Coldiretti nel comunicato riportato di seguito riguarda un formaggio rumeno, che risulta distribuito anche in Campania. Il Ministero della Salute ha avvisato l’Assessorato alla Sanità della Regione Campania.
Nel 2015 sono raddoppiati gli arrivi in Italia di formaggio dalla Romania, con quasi 1,6 milioni di chilogrammi di prodotto che rappresentano il massimo storico per le importazioni di prodotti caseari dal paese dell’Est Europa. A sottolinearlo è la Coldiretti dopo che un bambino di 14 mesi è stato ricoverato all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze per un caso di probabile sindrome emolitico-uremica, provocata da Escherichia coli, collegata forse all’uso di un formaggio romeno. Dopo l’episodio l’Azienda Usl Toscana centro ha diffuso un avviso in cui invita “chiunque sia in possesso di prodotti a base di latte della ditta SC Bradet s.r.l. a non consumarli e riconsegnarli al piu’ presto all’esercizio dove sono stati acquistati”. La Coldiretti chiede che venga reso immediatamente obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta di tutti i formaggi, ma anche l’indicazione delle loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti. Non è un caso – conclude la Coldiretti – che l’89 % dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf dal novembre 2014 a marzo 2015.
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