di Carmine Napolitano
Il giorno dopo la strage shock in Francia oltre al dolore e allo sdegno si inizia a ragiona sulle contromosse al terrorismo. Sottometterci ecco quello che vogliono i componenti dell’ISIS, con questi atti di terrorismo nei confronti dell’Europa ma in generale dei paesi occidentali.
Attraverso questi atti vogliono farci capire che “noi” intesi come paesi europei dobbiamo stare zitti e fermi davanti alla marea di sangue che stanno versando in Siria, in Libia o nelle aree aree in cui si lotta per la libertà. Minacciare la Francia di altri attacchi nel caso ci fossero altri bombardi si può paragonare come al genitore che in caso di dispetto punisce il figlio, un paragone forse forzato che sbalordisce ed è follia. L’Europa ma sopratutto la Francia deve rialzarsi deve rispondere come successe dopo la strage di Charlie Hebdo perché quella marcia fu un segnale forte. Oggi è più difficile ci si sente deboli e impotenti ma non si può far finta di nulla rispetto a tutto questo ma anche a ciò che accade intorno a noi perché di conseguenza ricade sui problemi di casa nostra come l’immigrazione perché su un popolo di 24.000.000 milioni di persone 11.000.000 milioni sono state costrette a scappare via, il problema vero però è capire se una guerra farebbe bene perché se io attacco sarò attaccato la vita di tutti potrebbe cambiare se non lo è già. E poi svegliamoci ISIS non vuol dire Islam perché gli islamici sono 1.500.000 e non tutti sono matti come queste persone non facciamo come sempre di tutta un erba un fascio.