La combustione di paglia sfalci, potature ed altre sostanze naturali non pericolose derivanti dalle lavorazioni agricole, non è un’attività di gestione dei rifiuti, ma una normale pratica agricola. La norma, che consente la combustione dei residui agricoli, è diventata definitiva a seguito della conversione nella legge n. 116 dell’11 agosto 2014 del decreto 24 giugno 2014, n. 91. La disposizione dell’articolo 14, comma 8, lettera b) della legge, dispone, infatti, che le attività di raggruppamento e abbruciamento in piccoli cumuli ed in quantità giornaliere non superiori a tre metri steri (tre metri cubi) per ettaro dei residui delle lavorazioni agricole, effettuate nel luogo di produzione, costituiscono normali pratiche agricole consentite per il reimpiego dei materiali come sostanze concimanti o ammendanti e non attività di gestione dei rifiuti. La disposizione vieta le operazioni di combustione nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle Regioni. Ricordiamo che, per il 2014, tale periodo è stato fissato dalla Regione Campania fino al 10 settembre prossimo.
I Comuni e le altre amministrazioni competenti in materia ambientale hanno la facoltà di sospendere, differire o vietare la combustione del materiale risultanti dalle lavorazioni agricole in tutti i casi in cui sussistono condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli e in tutti i casi in cui da tale attività possano derivare rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili (PM 10).
Soddisfazione è stata espressa dalla Coldiretti di Avellino che, per bocca di Domenico Roselli, dirigente provinciale dell’Organizzazione, afferma: “Tale norma finalmente recepisce quanto da tempo si andava sostenendo dall’Organizzazione agricola a tutti i livelli. Non è più previsto come necessario un intervento caso per caso da parte dei Sindaci al fine di disciplinare con apposita ordinanza le modalità di tale pratica, che tornerà ad essere regolata da consuetudini ed usi territoriali, nel rispetto dei periodi dichiarati di massima emergenza per gli incendi, in cui la bruciatura è sempre vietata”, conclude il dirigente della Federazione irpina della Coldiretti.