I dirigenti territoriali del Partito Democratico nei giorni scorsi hanno sentito l’irrefrenabile volontà di riunirsi e di elaborare un pensiero piuttosto complesso sulla questione dell’ospedale di Solofra. Tutti in prima fila per difendere il presidio sanitario, anche chi, nei propri territori, sembra non volersi assumere alcun tipo di responsabilità dinanzi a terreni inquinati, aria irrespirabile e rifiuti lasciati ad abbronzarsi al sole.
In soldoni, se abbiamo capito bene, i riferimenti territoriali della valle del Sabato temono che la chiusura temporanea di alcuni reparti si trasformi in chiusura definitiva, con conseguente smantellamento dell’intero presidio. Anche di questi tempi a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina, ma ciò che colpisce è l’assoluta mancanza di fiducia dei dirigenti locali del PD nei confronti della governance della sanità irpina e della stessa amministrazione regionale. Polemica politica dovuta all’imminente scadenza elettorale? No, perché l’attuale giunta è praticamente un monocolore PD e le nomine sono state decise da questa amministrazione. Non vorremmo infierire, ma se ricordiamo bene proprio il sindaco di Solofra – l’ineffabile Michele Vignola – è da sempre uno dei più strenui sostenitori di Vincenzo da Salerno tanto da essere stato imposto dallo stesso governatore a candidato alla presidenza della provincia di Avellino a discapito di altri sindaci precedentemente indicati da via Tagliamento. Insomma: il PD non si fida del PD e si mobilita per timore che un’amministrazione regionale del PD non tuteli un territorio da possibili manovre di manager nominati dal PD.
Non sappiamo se il matrimonio tra Zingaretti e Grillo si celebrerà anche in Campania: intanto è chiaro che il virus della follia (per niente lucida) degli adepti di Fico e Di Maio ha già contagiato i democratici irpini.
Con un PD che recita due ruoli, lotta e governo, in una commedia che a noi sembra sempre più una farsa, a questo punto, curiosi, aspettiamo la contromossa del PD.