Si svolgeranno domenica 30 aprile le Primarie del PARTITO DEMOCRATICO per eleggere il Segretario nazionale e l’Assemblea nazionale: l’appuntamento di domenica 30 Aprile con le primarie del PD è irrinunciabile per chi, riconoscendosi nei valori del Centrosinistra, creda ancora nella necessità della presenza, del Partito Democratico, in questo schieramento.
Al fine di informare il cittadino in ordine alla mozione Orlando, il Comitato Nola per Andrea Orlando ha utilizzato il più popolare degli strumenti, il gazebo, quale luogo di confronto e chiarimento nel quale tutti potessero avere spazio per esprimere il proprio pensiero, disposto in Piazza Duomo, nei giorni sabato 22 e domenica 23 aprile: tale iniziativa ha registrato un’apprezzabile partecipazione popolare.
Le primarie del 30 – è bene ricordarlo – sono volte alla elezione del segretario del Partito Democratico: la partita che si gioca nelle prossime primarie non è tanto l’elezione del futuro candidato premier, quanto la stessa visione del partito e le prospettive future del medesimo.
La mozione di Orlando è espressione di una visione del PD quale partito pluralista ed autenticamente democratico – come concepito nel progetto originario – contro una visione personalistica del partito.
Al di là del sindacato sul merito del “Governo Renzi” , ciò che è chiaro agli occhi di tutti è che Renzi ha fallito nel suo ruolo di segretario del partito: durante il suo segretariato, il partito ha subito una deriva personalistica senza precedenti, che ha portato alla sua implosione e scissione.
Occorre ripensare e rafforzare il tessuto democratico del partito affinchè questi non diventi mero strumento di potere del leader del momento, ma abbia la forza democratica di accompagnare e guidare il proprio leader, e, allo stesso tempo, anche di sopravvivere a questi.
Questa è una battaglia che occorre fare per la stessa sopravvivenza del partito, ed è una battaglia intrapresa da Orlando e dai suoi sostenitori volta a rifondare e unificare il Partito, riconquistando in tal modo quella parte di elettori e militanti (“di sinistra”) che non si sono riconosciuti nelle scelte intraprese da Renzi: una battaglia che passa anche attraverso una riformulazione delle regole del partito, quale, ad esempio, la separazione delle cariche di Segretario del partito e Candidato Premier, regola che consentirebbe di evitare la deriva personalistica tanto deleteria.
Il Partito Democratico, dopo la sconfitta pesante al Referendum del 4 dicembre scorso, rischia di non essere in grado di mettere in campo un progetto e una coalizione capaci di vincere alle prossime elezioni politiche del 2018. Il PD deve essere rifondato e deve mettere in campo un progetto di governo che sappia combattere ingiustizie e diseguaglianze attraverso politiche redistributive (progressività del fisco) e “predistributive” (pari opportunità), rilancio dello Stato sociale, lotta a rendite e posizioni dominanti. In questa prospettiva la mozione Orlando propone di correggere il Jobs Act: rivedere la disciplina dei licenziamenti collettivi e disciplinari, dei voucher e degli appalti; aumentare produttività e salari, abbattere le differenze di genere e generazionali nell’accesso al lavoro e nella retribuzione; valorizzare il lavoro in tutte le sue forme (carta dei diritti universali del lavoro, statuto del lavoro autonomo, legge sulla rappresentanza, i lavoratori nella governance delle aziende).
L’impegno dell’area Orlando è unire la sinistra e le forze di centrosinistra contro i populismi. “La destra vince perché divide il popolo, contrappone gli inclusi agli esclusi, gli italiani agli stranieri, una nazione all’altra. Noi vogliamo unire, e così vincere”.
Avv. Luisa Esposito