Estremamente difficile farla uscire dal carcere. La Thailandia è una delle nazioni che più combatte il vizio del fumo. Una legge vieta dal 2014 l’uso di tali dispositivi
Ciò che doveva essere finalmente una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo. La 31enne Cecilia Cornu, che pensava di trascorrere una bella vacanza con i suoi genitori, suo fratello e il suo fidanzato, non avrebbe immaginato di trascorrere 4 giorni e tre notti nelle prigioni thailandesi per una semplice sigaretta elettronica. Ciò che la giovane donna non sapeva e verrà a sapere più tardi è che le sigarette elettroniche sono state bandite dal 2014 in questo paese. La donna sarebbe stata accusata di avere fumato in pubblico e di importazione di sigarette elettroniche. È stata arrestata, portata via e rinchiusa in carcere, completamente isolata con l’esterno, senza la possibilità di avere contatti con qualcuno e in condizioni degradanti e umilianti, passando le prime 7 ore senza bere, senza andare in bagno, mentre l’ambasciata e i parenti e gli amici della persona si attivavano per farla uscire di prigione. L’incidente è avvenuto il 30 gennaio mentre era su un motorino a Karon, una località balneare sulla costa occidentale di Phuket, quando la giovane donna è stata fermata da quattro agenti di polizia. Trasferita a Bangkok è stata portata in prigione. Nel frattempo la cittadina francese sarebbe stata rilasciata su cauzione il 7 febbraio. Ora è in attesa dell’udienza. Se verrà condannata, potrebbe dovere scontare fino a cinque anni di carcere. Thailandia è una delle nazioni che più combatte il vizio del fumo. È vietato fumare nei luoghi pubblici chiusi, ma anche in mercati e parchi, così come alle fermate dei mezzi pubblici. Per strada è (teoricamente) possibile fumare, ma non gettare il mozzicone sull’asfalto. Con una legge ratificata nel mese di febbraio 2014 il Ministero del Commercio della Thailandia ha vietato l’uso della sigaretta elettronica, come pure la sua introduzione nel Paese. Se avete intenzione di visitare la Thailandia, raccomanda Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, lasciate le vostre sigarette elettroniche a casa. Non è uno scherzo. Che questa faccenda serva da esempio. Non importa quello che leggerete in rete, non rischiate.