“Il clima di fiducia degli operatori dei negozi di vicinato fa registare una flessione. Un dato che va in controtendenza rispetto ad altri settori imprenditoriali, in particolare quello della grande distribuzione”. E’ quanto sottolinea Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“Secondo le rilevazioni Istat – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria –, nel mese appena terminato, l’indice di fiducia delle attività del commercio tradizionale cala di quasi un punto (da 109,7 a 108,8), mentre supermercati, megastore e grandi catene balzano in avanti di oltre 5 punti. A pesare sulle piccole attività del territorio, una ripresa dei consumi più debole del previsto e l’onda lunga dell’inflazione, che continua a condizionare le scelte delle famiglie.
Purtroppo per le attività del commercio tradizionale la strada è in salita: l’inflazione ha spinto i consumatori verso discount e piattaforme internet.
Purtroppo per le attività del commercio tradizionale la strada è in salita: l’inflazione ha spinto i consumatori verso discount e piattaforme internet.
E’ più che mai evidente la necessità di un sostegno. Anche per evitare che si vada verso la progressiva chiusura degli esercizi, che come sta già avvenendo da tempo soprattutto nei piccoli centri abitati delle aree interne, comporta anche una desertificazione generale delle comunità locali. La proposta avanzata da Confesercenti, quindi, è istituire una fiscalità di vantaggio per i negozi di vicinato con un fatturato inferiore ai 400mila euro l’anno, ma anche creare nuove opportunità per gli operatori, con iniziative mirate degli enti del territorio.
Difficoltà, inoltre, vengono registrate pure sul fronte del lavoro autonomo: servizi, nuove professioni e micro-attività del terziario, un segmento variegato che non riesce a recuperare i livelli prepandemia, determinando una diminuzione strutturale dell’occupazione.
Il riaffacciarsi del problema dei costi energetici, per effetto anche dell’instabilità geopolitica internazionale, poi, aggiunge nuove preoccupazioni, in prospettiva”.
“La difficoltà nell’avviare un nuovo percorso – conclude Marinelli – che ci traghetti oltre la crisi, evidenzia anche tutti i limiti del sistema produttivo, soprattutto nel Mezzogiorno, ponendo al centro dell’attenzione il tema della rigenerazione imprenditoriale e l’urgenza di provvedimenti a breve e lungo termine, a supporto delle piccole attività”.