“<Niente fondi pubblici per salvare Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche> esordì Renzi nel 2015, ed era vero. Scopriamo che si useranno i soldi dei lavoratori e delle imprese prelevandoli direttamente dai loro conti correnti.”dichiara il Segretario Generale di CONFINTESA, Francesco Prudenzano in merito all’aumento annunciato da Banco Popolare, UniCredit e Ubi sulle spese dei conti correnti, motivandolo con la necessità di rientrare dei costi del “Fondo Nazionale di Risoluzione”.
“E’ scandaloso venire a sapere dalla stampa che dal prossimo 31 dicembre i correntisti del Banco Popolare, si ritroveranno un’una tantum di 25 euro sulle spese del loro conto come ”Spese fisse di liquidazione”, mentre quelli di Unicredit avranno un canone mensile di 5, 7 e 12 euro aggiuntive a causa di “alcuni interventi legislativi o regolamentari che hanno determinato dei costi”. Ubi addirittura un aumento di 40 euro, motivato alle maggiori «spese sostenute dal gruppo per il Fondo di garanzia dei depositi e gli oneri sostenuti per il finanziamento del Fondo nazionale di risoluzione»” continua Prudenzano.
Parliamo di una vera e propria manovra che riguarda 12,4 milioni di imprese e famiglie. Più o meno il 20% della popolazione italiana che si è trovata o si troverà, sull’estratto conto, una tassa in più da pagare.
“Il Fondo di garanzia interbancario vantato in passato come garanzia dei risparmiatori, come già abbiamo avuto modo di denunciare in passato, era solo virtuale. Per noi è immorale non solo il modo subdolo, indiretto e obbligatorio di recuperare il denaro ma anche aver preso in giro tutti i risparmiatori quando questo Fondo era usato per assicurare una immagine di solidità del nostro sistema bancario. Solidità, come lo stesso Fondo, solo virtuale!
Non resteremo certo a guardare! Denunceremo tutti gli aspetti poco chiari di questa ennesima, amara vicenda italiana” conclude Prudenzano.