I turisti internazionali interessati alle esperienze sensoriali tra cibo e vino ci sono, i prodotti di eccellenza anche, è necessario però aumentare l’offerta, creare nuove microimprese del settore, incentivare l’agricoltura, migliorare servizi, viabilità, arredo e decoro urbano dei borghi irpini. Questa “la ricetta” emersa nella tavola rotonda “Eccellenze Irpine: un Turismo possibile” tenutasi nell’atrio del Castello Marchionale di Taurasi alla presenza di alcuni tra i migliori imprenditori del settore enogastronomico ed agroalimentare d’Irpinia.
Ospite d’onore Sal De Riso, Maestro pasticciere della Costa d’Amalfi, membro dell’“Accademia Maestri Pasticcieri Italiani” che, da sempre, propone i prodotti della campania, come il limone, attraverso i suoi dolci: «É importante utilizzarli, è importante raccontare come in quel piatto, in quel dolce vi sia un prodotto del territorio, lavorato dai contadini e dalle nostre eccellenze, noi abbiamo una grossa responsabilità quella di divulgare sempre più questi prodotti. Ma la cosa importante è far sì che i nostri contadini non abbandonino le produzioni, guadagnano troppo poco. Andrebbero aiutati ed incentivati ad inserirsi e quindi appassionarsi sempre più». Affascinante il racconto di Salvatore De Riso dei suoi primi passi nel mondo del lavoro, dei sacrifici fatti per passare da semplice cameriere a grande pasticciere.
Appassionato l’intervento di Gabriella De Matteis, responsabile della comunicazione della “De Matteis Agroalimentare Spa”, azienda leader nella produzione della pasta che è riuscita a creare una filiera per la valorizzare delle coltivazioni cerealicole locali e nazionali: «Quando abbiamo iniziato quasi 30 anni fa – ha detto Gabriella De Matteis – abbiamo trovato un territorio che non era in grado né di esprimere nè di promuovere la propria identità in Italia e all’estero. Abbiamo un elenco speciale di qualità ma dobbiamo partire da ciò che manca. Il turista ha bisogno di trovare servizi, collegamenti, accoglienza di qualità. Potremmo prendere esempio da tanti brand italiani. Così come serve un po’ di amor proprio, iniziando a tenere il proprio paese pulito. Solo se c’è un’osmosi vera tra una qualità paesaggistica, una qualità culturale e territoriale ed un qualità produttiva, può svilupparsi davvero un’energia incredibile che può portare ad una valorizzazione ed anche al successo di un territorio e quindi ricchezza».
Antonio Caggiano, produttore vitivinicolo, tra i primi a valorizzare il Taurasi e creatore all’interno delle sue cantine di un Museo della cultura contadina è per la continua ricerca della bellezza: «Ho sempre cercato di guardare Taurasi e l’Irpinia con gli occhi del visitatore perchè se guardiamo con i nostri occhi appaghiamo noi stessi, invece dobbiamo capire gli altri cosa vedono e cosa hanno il piacere di vedere. Dopo aver viaggiato un po’, sono tornato ed ho iniziato a comprare altri terreni per piantare nuove vigne per rendere il paesaggio più bello, per “costruire” il territorio, per avere anche un impatto visivo importante arrivando lungo la strada. Per Taurasi, ad esempio, sarebbe importante realizzare un grande progetto che valorizzi le cantine del centro storico collegandole con un percorso sotterraneo e poi una strada panoramica per volgere lo sguardo verso i vigneti. Dobbiamo creare bellezza per chi viene a visitarci».
A fare gli onori di casa dell’evento, moderato dal giornalista de “Il Mattino” Annibale Discepolo, il Sindaco di Taurasi, Antonio Tranfaglia, che ha portato il suo punto di vista da amministratore: «Noi sindaci dobbiamo fare la nostra parte per dare risalto ai nostri borghi. A Taurasi ad esempio abbiamo puntato al recupero dei vecchi ruderi mettendoli all’asta, nel giro di tre anni, approfittando dei vari bonus energetici e sismici, faremo un progetto generale che vedrà il nostro borgo rinnovato. Noi ce la metteremo tutta. Non servono solo fondi. Serve la possibilità di cambiare con facilità le destinazioni d’uso, servono idee chiare, persone con idee nuove che facciano partire start up che possano consentire a molti giovani di poter restare nel proprio paese».
Le conclusioni del dibattito che oltre al patrocinio del Comune di Taurasi ha visto quello della Fondazione “Sistema Irpinia”, sono state affidate al Presidente Industriali Alberghi, Turismo e Tempo libero di Salerno, Giovannantonio Puopolo, imprenditore turistico specializzato nell’incoming: «Dobbiamo avere la capacità di portare i prodotti irpini nel mondo. Io lo sto facendo in piccolo, tutti i turisti che arrivano in costiera Amalfitana li porto, in primis, in provincia di Avellino, dopo di che, visto che non abbiamo aziende sufficienti, li porto in tutta la Regione Campania. Nella mia esperienza iniziata 42 anni fa come tour operator ho constatato che il turista straniero è interessato meno all’archeologia e di più ai nostri prodotti, alle esperienze sensoriali in cui il sapore ed il profumo dei cibi sposano il giusto abbinamento con i vini. Noi abbiamo una miniera d’oro e lo dico ai giovani, bisogna avere il coraggio. Bisogna avere la forza e la passione per avviare delle attività, microimprese anche a carattere familiare, e bisogna preservare la qualità. Si può fare. Lo dobbiamo fare. Lo dobbiamo ai nostri figli. Un occhio di riguardo va dato però al decoro urbano, all’arredo urbano – ha concluso il Presidente Puopolo – perchè il turista vuole prima visitare il borgo e poi la cantina, il frantoio, il locale dove degustare i prodotti. Dunque è necessaria la collaborazione della politica e delle pubbliche amministrazioni».