Il consiglio di Stato ha dato ragione ad Irpiniambiente in merito al calcolo della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti in discarica per l’anno 2013. Oggi è giunta la sentenza della Quinta Sezione che ribalta il ricorso dei 9 comuni irpini capitanati da Cassano Irpino che avevano presentato istanza al Tar di Salerno sulla illegittimità della tariffa e richiesta di rimborso. Alla luce della decisone del Consiglio di Stato, le tariffe applicate per lo smaltimento da parte della società provinciale sono da considerarsi legittime.
Dopo una prima sentenza del Tar di Salerno, che aveva accolto il ricorso dei nove comuni irpini (Cassano Irpino, Frigento, Casalbore, Castel Baronia, Melito Irpino, Grottaminarda, Grottolella, Sturno e LAcedonia), contro Irpiniambiente, la Sezione V del Consiglio di Stato ha sovvertito l’esito della prima istanza, affermando la legittimità della tariffa e quindi stoppando il rimborso che era stato chiesto dalle amministrazioni.
A far pendere l’ago della bilancia dalla parte della società provinciale, la relazione tecnica presentata da che ha illustrato nel dettaglio e con piena trasparenza l’applicazione della tariffa.
Anche nel merito, la quinta sezione ha valutato congrue le tariffe, in virtù di due aspetti che più volte la stessa società ha ribadito – spiega De Luca – e che fanno riferimento sia agli oneri fissati dalla Regione per quanto concerne lo smaltimento presso l’impianto di Acerra e i costi fissi di gestione degli impianti della società (Stir) rispetto ai sempre più esigui quantitativi di rifiuti lavorati.
Già lo scorso agosto la società Irpiniambiente ha incassa un primo esito favorevole del Consiglio di Stato al ricorso presentato contro la sentenza del Tar per la legittimità dei costi di trattamento e smaltimento dei rifiuti applicati ai comuni serviti. Il ricorso, presentato per conto della società, dall’avvocato Viglione, che ha difeso la società anche in questa occasione, fu accolto dal Consiglio di Stato che così ribaltò la sentenza del Tribunale amministrativo.
Oggi un nuovo round a favore della società provinciale che comunque invita le amministrazioni comunali ad avviare una nuova fase di confronto e di dialogo.
“Si spera che la sentenza del Consiglio di Stato possa mettere fine alla lunga querelle – dice Felicio De Luca, direttore generale di Irpiniambiente – il braccio di ferro non giova a nessuno e siamo disponibili da sempre a superare le contrapposizioni ispirate da meri principi ragionieristici, affrontando i temi della gestione e dei servizi, con lo scopo di offrire un sistema sempre più efficiente ai cittadini”.
Nel merito l’appello di Irpiniambiente è stato accolto in quanto “…le ragioni della variazione dei costi che trova corrispondenza in alcuni elementi che non sono stati considerati dal primo giudice: a) la contrazione della quantità di rifiuti conferiti alla discarica di Savignano; b) gli oneri fissati dalla regione Campania per lo smaltimento presso il termovalorizzatore di Acerra; c) la diminuzione dei volumi trattati presso lo Stir di Pianodardine… A fronte di simili dati e della loro possibile piana lettura non si registra alcuna contraddittorietà o lacunosità” nella determinazione della tariffa per il 2013, che era stata impugnata dai comuni.