Nel carrello della spesa alimentare degli italiani un prodotto su quattro è stato acquistato in promozione con l’evidente tendenza degli italiani a cercare di sfruttare tutte le occasioni di risparmi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea/Nielsen relativi al primo semestre del 2019 che evidenziano una sostanziale stagnazione nei consumi alimentari che crescono appena dell’1,1%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che gli italiani – sottolinea la Coldiretti – sempre più spesso vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount, ma anche sperimentando canali alternativi come gli acquisti di gruppo, quelli on line o dal contadino.
La necessità di conquistare i consumatori ha determinato un profondo cambiamento delle politiche di marketing della distribuzione commerciale che ha come primo effetto un aumento della “pressione promozionale”. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – continua la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa per l’acquisto dei libri di testo. Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente ci sono – precisa la Coldiretti – quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare dalle tavole degli italiani e hanno quindi un effetto calamita sui clienti: dall’olio di oliva alla pasta, dalle conserve di pomodoro ai vini fino alla frutta.
Un onere che spesso ricade sui fornitori per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale. Per evitare che questo accada è stata approvata dal parlamento Europeo la nuova direttiva europea per mettere al bando le pratiche commerciali sleali lungo la catena agroalimentare. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un passaggio fondamentale per il futuro del settore agroalimentare europeo che riconosce e combatte azioni commerciali inique e immorali per garantire un trattamento più equo ed ora – conclude la Coldiretti – è necessario accelerare il recepimento per l’introduzione di elementi sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori.