A) Spesa per la ricerca in % del P.I.L. :
Francia 2,6 Svezia 1,8 Spagna 1,4
Germania 2,5 Danimarca 1,7 Irlanda 1,2
Inghilterra 2,0 Belgio 1,6 Italia 1,0
(U.S.A. : 2,7 – Giappone : 2,75)
B) Spesa per la Ricerca in % del P.I.L. per settore produttivo :
Settore | Germania | Francia | Inghilterra | Italia | U.S.A | Giappone |
Aerospaziale | 23,0 | 15,5 | 15,0 | 11,5 | 22,5 | 7,5 |
Autoveicoli | 4,0 | 3,5 | 3,0 | 2,5 | 4,5 | 3,0 |
Computer | 9,0 | 10,0 | 8,0 | 5,0 | 17,5 | 6,5 |
Elettronica | 11,0 | 11,5 | 11,5 | 6,5 | 14,5 | 5,5 |
Farmaceutica | 10,0 | 11,5 | 11,5 | 5,0 | 12,0 | 8,0 |
Chimica | 4,5 | 4,5 | 13,0 | 1,0 | 4,5 | 4,5 |
Macchinari | 4,0 | 3,0 | 4,0 | 1,7 | 3,5 | 4,0 |
C) Ricercatori e ingegneri ogni 1000 lavoratori :
Germania 6,0 Inghilterra 4,5 Irlanda 4,1 Italia 3,1
Francia 5,2 Belgio 4,4 Olanda 4,0 Spagna 2,5
Dai prospetti su esposti (fonte : OCSE) si evince che la ricerca in Italia è ridotta al lumicino e la politica tecnologica nazionale, priva di una visione strategica, è lasciata alla mercé di pochi soggetti che utilizzano fondi pubblici senza alcun controllo né valutazione, pertanto, si può affermare che:
I quattrini sono pochi e vengono spesi anche molto male!
L’impegno italiano è insufficiente e assolutamente non paragonabile a quello dei principali Paesi concorrenti europei e l’Italia è il fanalino di coda tra questi Paesi e, addirittura ultima se confrontata agli U.S.A. e al Giappone.
Intanto, così come i precedenti Governi, purtroppo anche l’attuale, continua a non dedicare tutta l’attenzione dovuta a quello che dovrebbe, invece, rappresentare l’impegno primario, l’investimento sulla ricerca, sinonimo di qualità, il cosiddetto valore aggiunto.
E’ la qualità, infatti, che da maggior impulso allo sviluppo del nostro commercio con l’estero conquistando nuovi mercati e, creando, conseguentemente, maggiore occupazione !
Il Governo, se, come dichiara ormai da tempo, ha veramente a cuore le sorti della Nazione, dovrebbe investire e da subito, buona parte delle sue risorse economiche nella ricerca.
Inoltre, se vuole recuperare, in fretta e almeno in parte, il terreno perduto, non deve assolutamente appagarsi, come nel passato, di investire nella ricerca, quell’ormai striminzito e consolidato 1% del P.I.L, ma dovrebbe, improrogabilmente e tassativamente, moltiplicarlo per2 o, meglio, per 3se vuole recuperare il gap esistente con le altre nazioni europee, altrimenti, non usciremo dall’Europa ma ci resteremo semplicemente come colonia anglo – franco – tedesca !!
Pertanto, il Governo deve finalmente convincersi che solo investendo massicciamente nella ricerca possiamo sperare di vincere la spietata e agguerrita concorrenza straniera.
L’Italia, purtroppo, è carente, nella maggior parte dei settori produttivi, proprio della qualità, che rappresenta l’unico, vero fattore che facilita l’esportazione dei nostri prodotti nel Mondo !
Se non si procede in questa direzione, inevitabilmente, tra qualche anno, sarà davvero molto difficile riuscire a vendere i nostri prodotti persino in casa nostra !
Meditate gente, meditate !!