La collaborazione tra il Comune di Montoro e la Cgil continua, grazie al tavolo permanente di confronto, istituito per dare forma e sostanza alla contrattazione inclusiva e sociale. Il tema posto al centro dei confronti delle ultime settimane – tra il vice sindaco Francesco Tolino e il segretario generale Filctem Cgil Carmine De Maio col sostengo del segretario generale della Cgil Franco Fiordellisi – è stato la tutela e la gestione dell’acqua sul territorio di Montoro. Va ricordato che, nonostante il territorio montorese sia ricco di acqua, dal Gennaio 2014 causa inquinamento da Tce la maggior parte dei pozzi potabili attivi sono stati chiusi.
Il territorio ha subito una vera crisi idrica, che provocato enormi disagi ai cittadini ed alle aziende per tre lunghi anni, pieni di ipotesi, supposizioni e tante parole ma nulla di veramente concreto. Anche in quella fase il sindacato ha cercato di dare un contributo concreto, suggerendo da subito l’utilizzo dei carboni, ma senza ascolto. Ci sono voluti più di tre anni per avere l’installazione dei primi filtri, grazie ad un finanziamento regionale che prevedeva filtri anche sui pozzi di Chiusa che, ad oggi e dopo quasi due anni, non sono stati ancora installati, facendo restare Montoro in un precario equilibrio.
In una tale situazione, il tavolo si è posto l’ obiettivo di individuare tutte le possibili strade percorribili per una soluzione strutturale e definitiva; consultando gli iscritti Cgil di Alto Calore, in particolare interagendo con l’agente tecnico sul territorio, si sono individuati ulteriori 4 pozzi potabili già presenti tra Misciano e Preturo, fuori servizio, non utilizzati da anni e anni nonostante una portata idrica cospicua: basti pensare che un solo pozzo di Preturo potrebbe equilibrare il consumo idrico, potenzialmente senza aver bisogno di filtri a carboni attivi per essere collegato alla rete ed abbattendo tutti i costi di gestione e manutenzione straordinaria.
Dopo il censimento dei pozzi sul territorio il l’Amministrazione ha richiesto ufficialmente ad Alto Calore Servizi che sui pozzi fossero fatte le analisi di potabilità. Espletate le attività, si è in attesa del riscontro ufficiale ma c’è grande ottimismo, visto che da un primo esame l’acqua risulta priva di inquinanti chimici.
«Andando oltre le solite denunce e le rivendicazioni – afferma il vicesindaco Tolino – come classe dirigente di questo territorio stiamo mettendo a sistema l’azione di tutti i soggetti che hanno competenza e responsabilità per fornire risposte alle istanze del territorio. Il nostro territorio ha provato cosa vuol dire l’assenza dell’acqua e ritrovare un pozzo ricoperto da rovi senza nessuna protezione è inaccettabile! Bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare per produrre qualche cambiamento e, nel caso, si deve tutelare questa grande ricchezza, fonte di vita, attraverso una sana e corretta gestione pubblica del sistema idrico».
«In sostanza – aggiunge il segretario generale della Cgil Fiordellisi – vogliamo evitare che a pagare siano sempre e soltanto i cittadini e i lavoratori, Questo rafforza la necessità di un dibattito più ampio e generale sul futuro di Alto Calore, sui suoi aspetti organizzativi e sul futuro dell’acqua pubblica in Irpinia».