di Francesco Bellofatto
Riflettevo riguardo al destino del Convento Francescano della SS Annunziata di Avella che dopo secoli, ufficialmente chiude al culto del messaggio di San Francesco, tenuto vivo fino allo scorso anno, dall’ultimo frate Federico D’Andrea ritornato alla casa del Padre. Il convento avellano ha una storia lunga 500 anni, salvo il breve periodo che và dal 1866 al 1894 quando con la legge n. 3036 del 7 luglio 1886 , i frati furono cacciati dai loro conventi e messi in pensione. Il convento della SS Annunziata venne assegnato agli usi civici del Comune di Avella che vi creò le scuole .Nel 1895 i frati ritornarono al convento restandovi fino al 2015 . La particolarità del convento di Avella è che esso è situato nel cuore della cittadina ed è stato da sempre il fulcro della Comunità Cattolica Avellana. Luogo di ritrovo dei giovani, sede di uno storico gruppo scouts e meta di fedeli di tutto il mandamento baianese, perché San Francesco e il suo Ordine, con il messaggio di umiltà e carità, ha fatto sempre proseliti anche nel mondo laico. Non a caso Papa Francesco, nonostante le sue origini Gesuite, ha voluto scegliere come nome per il suo Pontificato quello del poverello di Assisi e in un’intervista da lui rilasciata all’indomani della sua nomina diceva:
“Come sapete, ci sono vari motivi per cui ho scelto il mio nome pensando a Francesco di Assisi, una personalità che è ben nota al di là dei confini dell’ Italia e dell’ Europa e anche tra coloro che non professano la fede cattolica.”
Un altro segnale forte in senso francescano dato dal Papa con l’Enciclica “Laudato sì “sulla cura della casa comune del 24 Maggio 2015 dove ambiente, pace, fratellanza, rispetto, spiega il vero senso del suo Pontificato.
Ritornando alla chiusura del nostro Convento ,a parte il grande valore storico – artistico del monumento ( di recente visitato da Vittorio Sgarbi che l’ha definito insieme alla grotta di San Michele due veri gioielli d’arte), il segnale negativo è la perdita del senso francescano della sua esistenza e non si capisce perché se in tanti piccoli e sperduti paesini della nostra provincia ordinale, c’è la disponibilità di frati mentre per Avella no!
Domani ci sarà la consegna ufficiale del Convento alla Curia Vescovile in comodato d’uso gratuito e questo diciamo è un buon segnale; per la S. Messa ci sarà Don Giuseppe Parisi che celebrando nella Chiesa della SS Annunziata per la comunità garantirà la tradizione della messa domenicale; il Gruppo Scout continuerà ad usufruire delle sue storiche sedi, tenendo in vita la storia e i valori dello scoutismo e continuando ad avvicinare i giovani ai valori di solidarietà Cristiana e della vita.
L’unica cosa che di certo mancherà saranno i frati francescani che hanno rinunciato a condividere con noi questo bellissimo percorso d’amore e temiamo, il connaturato feeling con il territorio.
Sarebbe stato bello in questa città che si sta impegnando a crescere anche turisticamente avere un Convento vivo e visitabile e nello stesso tempo, una porta aperta e accogliente per l’anima.
A noi non rimane altro che pregare che si avveri quello che è successo nel 1200 al poverello d’Assisi davanti al Crocifisso di San Damiano «Francesco, va’ ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina» …. che magari arrivi una voce dal cielo a qualche frate cui dirà, parafrasando «Francesco, va’ “riapri” la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina»
Ancor prima che ciò si avveri, farebbe piacere che nelle intenzioni della Curia di Nola, fosse percepita questa speranza di continuità di francescanesimo e che la concessione in comodato d’uso fosse interpretata come un affidamento temporaneo nell’attesa del ritorno dei frati. Il mio pensiero e gratitudine và in questo momento a Padre Federico che ha inseguito questa speranza.