Nonostante l’emergenza coronavirus c’è chi approfitta della situazione per speculare sul cibo, in particolare sul latte, in un momento di grave difficoltà. È la denuncia di Coldiretti Campania nel segnalare richieste di insostenibili riduzioni del prezzo pagato agli allevatori proprio mentre i supermercati vengono presi d’assalto e nelle stalle si continua a mungere per garantire le produzioni e i rifornimenti.
“Il nostro ufficio legale – annuncia Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – ha già predisposto le diffide verso le aziende di trasformazione e distribuzione che, violando i contratti in essere sul prezzo del latte, lasciano il prodotto a terra senza ritirarlo, salvo poi provare a speculare proponendo prezzi dimezzati. È inaccettabile che in un momento in cui i cittadini fanno la fila per acquistare gli alimenti base della dieta, c’è chi colga il pretesto della chiusura di bar e ristoranti per disdire al ribasso unilateralmente i contratti. Oggi più che mai i cittadini chiedono latte italiano. Un ricatto per lucrare sulle difficoltà proprio nel momento in cui si moltiplicano le adesioni alla mobilitazione #MangioItaliano” per invitare alla responsabilità e a sostenere la produzione nazionale privilegiando negli approvvigionamenti delle industrie e della distribuzione commerciale il Made in Italy, preferendo formaggi con il latte italiano al posto di quelli ottenuti da cagliate straniere.
C’è purtroppo chi cerca di sfruttare il proprio potere contrattuale – conclude Loffreda – per pagare con prezzi stracciati alimenti deperibili come il latte, la cui produzione non può essere fermata nelle stalle. Una manovra vergognosa di chi, violando anche il principio base della solidarietà nazionale nei momenti di crisi. Siamo a conoscenza della disponibilità di spazio per la conservazione del prodotto ai fini della trasformazione, pertanto è ingiustificato ogni tentativo di ribasso dei prezzi. Si possono valutare diverse soluzioni alternative per raccogliere il latte e impedire il crollo dei prezzi. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado”.