di Salvatore Guerriero, (Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO – PMI INTERNATIONAL)
In una svolta sorprendente, le regioni meridionali dell’Italia stanno superando la crescita della Germania, attribuita in parte al rallentamento di quest’ultima e alla performance relativamente più forte del Sud. Il centro di ricerca Cgia di Mestre sottolinea che nonostante una ripresa in corso, l’Italia affronta ancora una carenza di manodopera persistente, che si estende anche alla potenza industriale del Nord. La Confartigianato ha lanciato l’allarme con il suo recente rapporto, esortando a un intervento urgente per affrontare la crisi occupazionale.
Le regioni meridionali dell’Italia stanno vivendo un’accelerazione della crescita che ha colto alcuni di sorpresa. Confrontando il rallentamento in Germania con la solida performance regionale dell’Italia, il centro di ricerca Cgia di Mestre ha attirato l’attenzione su un fenomeno in cui le regioni del Sud stanno mantenendo costantemente il passo con il tasso di crescita italiano complessivo, seppur in modo modesto. Tuttavia, anche tra i segnali di ripresa, la carenza di manodopera in Italia rimane una preoccupazione critica, che colpisce sia il Nord che il Sud.
Nel contesto del 2023, i tassi di crescita attesi del PIL sono stimati a circa l’1% per il Sud, l’1,1% per le regioni Centrali e l’1,2% per il Nord. Questa crescita nel Sud è degna di nota, poiché supera quella della Francia (+0,8%) e addirittura supera una Germania in “recessione tecnica” con una contrazione del -0,3%. Emerge un confronto intrigante quando si fa la media dei tassi di crescita di Parigi e Berlino, con un esiguo +0,25%. Questa statistica mette in evidenza che ci si aspetta che il Sud dell’Italia cresca quattro volte più della crescita combinata di Francia e Germania.
La Cgia sottolinea la lodevole resilienza dell’Italia, con il Sud che svolge un ruolo chiave nella capacità della nazione di far fronte alle sfide economiche. Mentre la nazione si prepara al futuro, persino il Regno Unito è proiettato a rimanere indietro, con una crescita stimata di +0,4% nel 2023. Questo risultato illustra come l’Italia, in particolare il Mezzogiorno, sia riuscita a superare i suoi concorrenti nel contrastare gli effetti avversi della pandemia, delle crisi energetiche e degli aumenti dell’inflazione.
Tuttavia, rimane una preoccupazione inquietante: l’occupazione. Confartigianato, l’associazione di mestieri artigianali, ha lanciato l’allarme riguardo alla crescente difficoltà delle imprese italiane nel reperire la forza lavoro necessaria. Nonostante le prospettive economiche positive, un numero crescente di posti vacanti rimane scoperto. Nel corso dell’ultimo anno, la percentuale di lavoratori mancanti rispetto alle assunzioni previste è aumentata dal 40,3% a luglio 2022 al preoccupante 47,9% a luglio 2023. Questo problema è diffuso in tutti i settori dell’Italia, dalle industrie tradizionali alle imprese digitali e ad alta tecnologia.
Questa crisi di scarsità di manodopera è una situazione paradossale in cui le opportunità di lavoro esistono, ma la forza lavoro manca. Un impressionante 1,7 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni non studiano, non si formano e non cercano lavoro. La situazione è grave e diffusa, con la carenza di lavoro che è aumentata di 9,1 punti nel Mezzogiorno, 6,9 punti nelle regioni Centrali, 7,4 punti nel Nord Ovest e 6,5 punti nel Nord Est nel corso dell’ultimo anno.
Il Presidente di Confartigianato, Marco Granelli, sottolinea che questa carenza di manodopera è diventata una sfida importante per le imprese italiane, mettendo a rischio il futuro del marchio “Made in Italy”. La disparità tra posti di lavoro disponibili e lavoratori disponibili è sempre più allarmante. Mentre il dibattito sul salario minimo e il lavoro precario continua, c’è un urgente bisogno di affrontare il problema fondamentale del paese: la creazione di posti di lavoro di qualità.
Possiamo affermare ormai che la crescita economica dell’Italia, specialmente nel Sud, sta dimostrando resilienza, mentre la Germania affronta un rallentamento. Tuttavia, la carenza persistente di manodopera rimane un ostacolo formidabile che richiede immediata attenzione. La necessità di colmare il divario tra chi cerca lavoro e le opportunità lavorative è vitale per garantire la prosperità economica dell’Italia e preservare il suo futuro.