In un periodo storico confuso e senza certezze, le scuole che si devono occupare di formare i “professionisti “ del domani, si trovano, ovviamente in difficoltà.
Le lezioni “ibride” ormai hanno preso quota, anche per i più piccoli, la didattica a distanza per gli studenti adolescenti sembra funzionare, con i lavoratori in presenza, quando permesso.
Un organizzazione così, che si preoccupa il più possibile della formazione di professionisti nel campo della moda, dove oltre alla teoria è fondamentale la pratica.
Nonostante le restrizioni, la didattica a distanza e quella che – a noi italiani- è apparsa come una scarsa organizzazione dell’istruzione in generale, non ha avuto lo stesso riscontro all’estero: gli iscritti stranieri pare siano in crescita, soprattutto nel settore della moda, di cui l’Italia può vantare grandi professionisti a livello mondiale.
Ormai con l’avvento della tecnologia crescono le “community “, anche all’interno degli istituti scolastici ed in ambito universitario e lo scopo è proprio quello di valorizzare questo “sistema” , rafforzato dal covid per necessità, e trasformarlo in un punto di forza che permette di tenere in collegamento diretto tutti in qualsiasi posto.
Insomma, questa pandemia ha davvero trasformato il modo di vedere le cose, non solo nel mondo del lavoro, con lo smart working, ma anche nell’istruzione, dove la didattica a distanza acquista punti e sembra rappresentare davvero la normalità di un futuro non molto lontano.
Carro Carla