“C’è chi specula sulla qualità del cibo e sul lavoro degli agricoltori. I consumatori pagano 5 volte più di quanto viene corrisposto ai produttori”. Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania, lancia da Expo Milano l’allarme sulla crisi dell’ortofrutta, che colpisce tutta l’Italia e la Campania in particolare, già costretta a subire danni ingiusti.
Dal campo alla tavola i prezzi della frutta moltiplicano fino al 500 per cento, come le pesche pagate al produttore 0,30 euro e rivendute nei supermercati a 1,80 euro.
“Abbiamo voluto rappresentare con forza – spiega Masiello – il ricatto a cui sono sottoposti i nostri agricoltori. La concorrenza sleale e la mancanza di trasparenza schiaccia i prezzi nei campi, costringendo a vendere perfino soťto i costi di produzione. Al contempo sulla tavola i consumatori portano frutta estera di bassa qualità e sapendo poco o nulla dell’origine. Come ad esempio che viene raccolta acerba e fatta maturare durante il trasporto. Un danno doppio, che deprezza la qualità e le proprietà organolettiche del cibo oltre al valore del territorio. C’è lo spazio per offrire prodotti italiani a prezzi più bassi di quelli attuali. Bisogna accorciare la filiera e dare al consumatore la massima trasparenza per una scelta consapevole e senza inganni”.
L’appello del presidente Masiello chiude la due giorni tra Napoli, Salerno e Milano, con la Coldiretti Campania impegnata a far sentire la sua voce. Prima con la donazione di pesche alla mensa della Caritas napoletana. Poi con la distribuzione di frutta ai turisti al molo salernitano. E in contemporanea con la partecipazione alla giornata nazionale dell’orto frutta, con centinaia di agricoltori da tutta Italia presso il padiglione Coldiretti ad Expo. Il presidente Masiello e il direttore Ciampoli hanno rappresentato al ministro Martina, presente all’evento, le difficoltà del territorio campano.
In questo contesto una vera rivoluzione è in atto grazie al progetto “Scendipianta” di Fai, “Firmato dagli agricoltori italiani”, che accorcia la filiera riducendo gli attuali 4-5 passaggi dal produttore alla vendita.