Questa mattina è stato firmato il protocollo di intesa tra Coldiretti e Fondazione Real Sito di Carditello per la rinascita del complesso monumentale di San Tammaro (Caserta), per anni abbandonato e depredato. Alla firma hanno partecipato il vicepresidente nazionale Coldiretti Gennarino Masiello, il presidente della federazione di Caserta Tommaso De Simone e il presidente della Fondazione Luigi Nicolais. Coldiretti si è impegnata a favorire la nascita di un polo di eccellenza dell’agroalimentare in un luogo di straordinaria bellezza. L’occasione è stata anche la riapertura del complesso, festeggiata con un concerto del Conservatorio Nicola Sala di Benevento.
“Con questa firma – commenta Masiello – prosegue l’impegno di Coldiretti ad essere punto di riferimento per tracciare la traiettoria di futuro della Campania. L’agroalimentare diventa elemento centrale della valorizzazione del patrimonio culturale perché rappresenta il legame profondo con il territorio e la sua storia, come ha dimostrato l’ampio risalto del nostro progetto EatStory a Pompei”.
La Reale tenuta di Carditello era una vasta porzione, in parte acquitrinosa, della pianura delimitata a settentrione dal fiume Volturno, ad oriente dal monte Tifata e dai suoi colli, a meridione dall’antico fiume Clanio, oggi Regi Lagni, e ad occidente dal mar Tirreno. Essa ospitava una dinamica azienda agricola, ben progettata nelle infrastrutture edili e ben organizzata negli allevamenti di pregiate razze equine, nella produzione e commercializzazione dei prodotti agricoli e caseari. La Reggia è un complesso architettonico sobrio ed elegante di stile neoclassico, destinato da Carlo di Borbone (1716-1788) a luogo per la caccia e l’allevamento di cavalli e poi trasformato per volontà di Ferdinando IV di Borbone (1751-1825) in una fattoria modello per la coltivazione del grano e l’allevamento di razze pregiate di cavalli e bovini. Era immerso in una vasta tenuta ricca di boschi, pascoli e terreni seminativi, e si estendeva su di una superficie di 6.305 moggia capuane, corrispondenti a circa 2.100 ettari. Era animato da un discreto numero di persone dedite alla conduzione dell’azienda. Carditello era uno dei siti reali che si fregiava del titolo di “Reale Delizia” perché, nonostante la sua funzione di azienda, offriva una piacevole permanenza al re e alla sua corte per le particolari battute di caccia che i numerosi boschi ricchi di selvaggina permettevano. Il fabbricato è stato costruito dall’architetto Francesco Collecini, allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli. L’area antistante, formata da una pista in terra battuta che richiama la forma dei circhi romani, abbellita con fontane, obelischi ed un tempietto circolare dalle forme classicheggianti, era destinata a pista per cavalli.