Cultura sapienziale. San Paolino di Nola e i proverbi popolari

Cultura sapienziale. San Paolino di Nola e i proverbi popolari

di Antonio Fusco

Le  nostre indagini finalizzate ad illustrare la figura di San Paolino di Nola  nei riferimenti storici, artistici, popolari e devozionali [1], ci hanno  segnalato detti, adagi ed   espressioni proverbiali, ancora in uso in varie regioni italiane e che citano il nostro Santo Vescovo. Li proponiamo all’attenzione dei lettori.

Cultura sapienziale. San Paolino di Nola e i proverbi popolari“Per San Paolino ogni ciliegia ha il suo inquilino”.

Alla fine del mese di giugno le ciliegie sono ormai troppo mature e possono  contenere qualche vermetto..., inteso come fastidioso inquilino.

“Per San Paolino ogni ciliegia un quattrino”.

Il referente di questo secondo adagio, simile al precedente, mette però l’accento sul prezzo delle ciliegie che a giugno costano poco proprio perché  bacate.

            “Se fa freddo a San Luigino (21 giugno), farà caldo a San Paolino (22 giugno)”.

                    “I du santi del giazo (ghiaccio) : San Luigino e San Paolino i porta l’inverno de  giugno”.

Questi due detti veneti, con qualche differenza, affermano che in giugno si può avere ancora qualche giorno di freddo. Anche i Nolani  ricordano bene che a  volte nel mese di giugno il tempo è stato inclemente, creando problemi allo svolgimento della Festa dei Gigli.

 

Comandare come San Paolino”.

Cultura sapienziale. San Paolino di Nola e i proverbi popolariL’affermazione è una vox populi in uso a Villamaina (AV), e vuole indicare che comandano sempre le persone più prestigiose, a scapito di chi è meno importane. Il detto ha un’origine storica. Fino alla prima metà del Settecento il patrono della cittadina irpina era San Costanzo, scalzato e sostituito da San Paolino per  volere della famiglia Caracciolo, alla quale apparteneva Troiano Caracciolo del Sole, vescovo di Nola (21/3/1738 – 16/2/1764). Il simulacro del vecchio patrono  fu posto dietro la porta della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.

Il declassamento di San Costanzo portò anche alla formulazione del detto “Ha’ fatt’ ‘a fine ‘e San Custanzo, aret’ ‘a porta”, per  prendere in giro una persona  che perde prestigio e autorità.

“Fare la fine di San Paolino, con una mano davanti e l’altra dietro”.

Riferito anche ad altri personaggi – Pietro Aretino –, vuole ricordare la cristiana bontà del Vescovo nolano, che, per riscattare i suoi concittadini catturati dai barbari, tra cui il giovane figlio di una vedova, diede per il loro riscatto tutti i suoi averi, anche l’anello pastorale e i preziosi arredi sacri, rimanendo poverissimo

 “ ’A campana ‘e San Paulino è rotta e sona”.

               Il detto vuole dire che a volte si verificano cose inspiegabili oppure che una persona, benché impedita da qualche problema, riesce ad operare degnamente. Questo modo di dire vuole  ricordare che, quando  a Roma il 14 maggio del 1909, furono consegnate alle autorità comunali di Nola le reliquie ossee di San  Paolino, una campana incrinata della Cattedrale nolana suonò inspiegabilmente  senza che nessuno l’avesse azionata.

  “ ‘U miracolo ‘e San Paulino ‘a chiesa è chiusa e ‘a campana sona”.

Questo adagio, che si recita a Torregrotta ( ME), di cui San Paolino è patrono; ricalca il  precedente ed è adoperato per significare un fatto strano e insolito

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[1]  Cfr.: Il culto di san Paolino in Sicilia , Appunti di storia nolana vol. I, e Indagine storica ed ipotesi sul Rito Greco nella Diocesi di Nola dal secoli IX al XIV.