“Altro che rivoluzione. Se veramente vogliamo sapere in che stato si trovano la cultura e il turismo in Italia dopo la riforma Franceschini, basta vedere come, ancora oggi, il nostro Paese tratta il proprio patrimonio artistico, i siti archeologici e quanto poco investe nelle strategie digitali di comunicazione 2.0. Penso a quanto poco valorizziamo le nostre bellezze, con le incredibili innovazioni che la tecnologia ci offre, e allo sforzo in più che il governo potrebbe fare cavalcando l’onda della rivoluzione digitale”. Lo dichiara al VELINO il senatore di Forza Italia Cosimo Sibilia, membro della commissione Istruzione pubblica e beni culturali di Palazzo Madama. “Ci sentiamo ripetere spesso che l’ Italia è la capitale dell’arte e della cultura – prosegue il parlamentare azzurro – ma la situazione è davvero sconfortante se si pensa al panorama di un mercato che all’estero aumenta e in Italia diminuisce con la chiusura delle gallerie e la diminuzione degli operatori”.
Per Sibilia, “la sospirata riforma Franceschini sta crollando come Pompei e ogni giorno non mancano notizie di incurie, ruberie e burocrazia che sfregiano le bellezze del nostro Paese. Il cambiamento epocale che era stato annunciato prima da Renzi e poi dal ministro della Cultura non c’è stato. Anzi, le poltrone si moltiplicano, i tagli aumentano e gli investimenti subiscono una clamorosa controtendenza rispetto ai numeri degli altri paesi Ue”.