Vincitore del premio nazionale Il Borgo Italiano, il lavoro di Maria Loreta Chieffo sarà presentato domani a Zungoli, luogo di ambientazione del thriller
“Non è di qua”, il thriller di Maria Loreta Chieffo approda sul luogo del delitto, Zungoli, il borgo irpino nel quale è ambientato. Il lavoro letterario, vincitore dell’ultima edizione del prestigioso Premio nazionale “Il Borgo Italiano” sarà infatti presentato dall’autrice nella Sala Convegni del Convento di San Francesco dei Frati Minori del Comune avellinese domenica 18 marzo prossimo alle 17,00. All’iniziativa, moderata da Nicola Mottola, prenderanno parte tra gli altri, oltre al sindaco di Zungoli, Paolo Caruso, lo studioso e cultore di letteratura italiana, Girolamo de Miranda. Previsto un intervento musicale dei maestri Carolina Dello Iacono (flauto), Gianfranco Brundo (sassofono) e Antonio Grande (chitarra). Le letture di brani significativi del romanzo saranno a cura di Maria Gabriella Tiné.
IL ROMANZO
NON E’ DI QUA di Maria Loreta Chieffo
Non è di qua è un romanzo ambientato a Zungoli, un piccolo paese di quella parte dell’Irpinia che si incunea nella Puglia, che alcuni definiscono anche Irpinia d’Oriente.
Per le sue atmosfere e per la trama che lega i personaggi del borgo, può essere annoverato nel genere letterario del noir.
Ed è infatti la scoperta del cadavere di una giovane donna a turbare la vita del tranquillo borgo, luogo di nascita della cronista Ida Di Maggio che, giunta sul posto per trascorrere un periodo di vacanza, inizia a seguire autonomamente le indagini, ritmate dai suoi incontri con i vari residenti: le vecchie pettegole, le anziane parenti, le immigrate rumene, i giovani sfaccendati, i notabili del posto, i vecchi guardoni. Mentre il passaparola riempie il lento scorrere delle ore di chi abita quel luogo, Lorenzo Capomazza, comandante della locale stazione dei carabinieri, è costretto a svegliarsi dal torpore delle giornate irpine, per ripercorrere le tracce di chi ha commesso il delitto. E così, attraverso la memoria dei luoghi, emerge un quadro dove le vite di ciascuno si intrecciano e diventano storia di tutti, di una comunità sbigottita che sottovoce è costretta a dialogare con il male e a prendere coscienza che l’impensabile si è verificato.
“Non è di qua” racconta anche di storie di donne, donne che si portano dentro un vuoto lasciato da perdite, come la protagonista Ida Di Maggio; di donne che vivono di rimpianti; di donne forti che cercano una possibilità di salvezza, che inseguono il riscatto in una terra sconosciuta e talvolta ostile. Ma racconta soprattutto di differenze, che nel piccolo borgo anche se sembrano accentuare le divisioni, ne rafforzano invece l’identità.
E’ il racconto del borgo nella stagione estiva, con le sue suggestioni. “Si ammirano così scenari la cui vista infonde un senso di pacatezza e tranquillità. Si percepiscono suoni, melodie e voci, si assaporano pietanze tipiche come il caciocavallo podolico, la ricotta di pecora, il miele di castagno, si sorseggia l’aglianico e il nocino, si sentono odori svariati da quelli inebrianti sprigionati dalla natura come l’aroma dell’olio di Ravece a quelli intensi di stallatico, di umido o di luoghi chiusi che contribuiscono ad ambientare le situazioni che fanno da sfondo alle vicende”.
Maria Loreta Chieffo nasce a Zungoli e vive a Napoli dove lavora come dirigente scolastico. “Non è di qua” è il suo romanzo di esordio, risultato vincitore del Premio letterario “Il Borgo Italiano 2017”, cosa di non poco conto, soprattutto se ad avere vinto è un borgo dell’entroterra meridionale che, per quanto annoverato tra i borghi più belli d’Italia, resta ai più sconosciuto.
Zungoli è un piccolo centro dell’Irpinia con poco più di 1000 abitanti, di quella parte d’Italia che inesorabilmente e non più tanto lentamente si va spopolando pur mantenendo caratteristiche di vita e peculiarità sociali auspicabili e sicuramente confacenti ad una vita gradevole. L’appartenenza all’associazione dei borghi più belli d’Italia ne garantisce il mantenimento di caratteristiche di vivibilità e non solo dal punto di vista architettonico.
Si tratta di quella parte d’Italia che perde inesorabilmente spazi e che giuste scelte politiche e piccoli investimenti di spesa restituirebbero alla godibilità di tutti costituendo anche probabilmente occasioni di interesse economico.