“Incontinenza urinaria in Irpinia: un lavoro di squadra”. Questo il tema della giornata di studi organizzato dalla dottoressa Anna Rita Cicalese, massima esperta nel trattamento della sindrome e responsabile dell’evento che domani vedrà confrontarsi tutta la «rete» che si occupa della patologia. E la relazione della dottoressa Cicalese, che avrà proprio per tema quello della «Nuova Frontiera: il trattamento con tossina botulinica e linee guida». Proprio la responsabile dell’evento spiega quello che sarà il pionieristico sistema sperimentato ad Avellino: «Fino ad oggi i trattamenti previsti per la cura della sindrome della vescica iperattiva e dell’incontinenza da urgenza consistevano essenzialmente in terapie di tipo comportamentale/riabilitativo e in terapie farmacologiche orali. Gli studi epidemiologici oggi disponibili affermano che una discreta percentuale(circa 40%) dei pazienti che hanno avuto accesso ad una terapia orale l’hanno discontinuata (abbandonata) nell’arco di qualche mese o di qualche anno. La scarsa compliance del paziente a continuare la terapia orale è spesso legata alla riluttanza ad assumere un farmaco in maniera cronica, perchè ne assume gia altri, perchè spesso non ne può sostenere i costi (farmaci attualmente disponibili in fascia C, quindi ad intero carico del paziente) , perchè non tollera gli eventuali effetti collaterali e così via. E soprattutto esiste anche una percentuale di pazienti che non risponde adeguatamente alle suddette terapie cioè i farmaci orali per questi soggetti hanno una efficacia limitata, non riescono a determinare un sostanziale miglioramento dei sintomi secondo le esigenze del paziente e quindi, non riescono a migliorare la qualità di vita del soggetto. E’ proprio per questi casi che oggi abbiamo una possibilità in più. Con la possibilità di utilizzare la tossina botulinica (autorizzazione dell’AIFA nel 2014 per l’incontinenza idiopatica e nel 2013 per la vescica neurologica) possiamo dare una speranza ai pazienti con incontinenza urinaria refrattaria alle farmaco terapie orali. La tossina boltulinica viene inoculata direttamente all’interno del muscolo detrusore dove agisce interferendo con le sinapsi sulle vie nervose afferenti ed efferenti al sistema nervoso, e provacando la netta riduzione degli episodi di incontinenza e la riduzione della sensazione di urgenza. É da tener presente che questo trattamento può essere ripetibile, non provoca assuefazione e, oltre che ai pazienti con incontinenza idiopatica, può essere utilizzato anche per pazienti affetti da malattie neurologiche quali la Sclerosi multipla e le lesioni del midollo spinale, contribuendo, quindi, a migliorare la qualità di vita anche in soggetti affetti da disabilità e quindi già gravati da altre e altrettanto importanti problematiche».