“Siamo tra le poche Regioni ad avere l’Osservatorio sulla violenza sulle donne, che sta svolgendo un lavoro importante perché la violenza sulle donne è una piaga sociale drammatica contro la quale c’è ancora tanto da fare in termini di prevenzione, di formazione culturale, l’unica via per sconfiggere questo dramma è un profondo cambiamento culturale nel nostro Paese nell’ottica del rispetto e della valorizzazione della donna e di un rapporto sano ed equilibrato tra uomo e donna, che deriva anche e soprattutto da un forte investimento sul lavoro e sull’indipendenza economica delle donne”.
E’ quanto ha affermato la Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosa D’Amelio, intervenendo alla presentazione del rapporto annuale sulle attività dell’Osservatorio regionale sul fenomeno della violenza sulle donne, stamani, nell’Aula del Consiglio Regionale della Campania.
“Colpisce che il 29,4% dei dati sulle denunce provenga dai medici di base e dai pediatri – ha evidenziato D’Amelio – e ciò evidenzia lo stretto rapporto con queste figure, particolarmente nei territori di provincia e dei piccoli Comuni, e l’opportunità di un maggiore coinvolgimento dei medici di base e degli insegnanti. Inoltre – ha proseguito – stiamo legiferando sul piano regionale affinché possano essere destinate maggiori risorse ai centri anti violenza e alle case rifugio al fine di rendere stabili queste organizzazioni che sono indispensabili per far fronte ad un fenomeno che non sembra affatto regredire”.
Hanno partecipato la Presidente dell’Osservatorio Rosaria Bruno, le componenti, Maria Argenzo e Gaetano Castellaccio, la docente del Dipartimento di informatica dell’Università degli Studi di Salerno, Monica Sebillo, il direttore generale Tutela della Salute e Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale della Campania, Antonio Postiglione, la Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere, Valeria Valente, l’assessore regionale alle pari opportunità e formazione, Chiara Marciani, la Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosa D’Amelio.
Dai dati dei servizi anti-violenza della Regione Campania, raccolti nell’anno 2018, emerge che le donne che si sono rivolte ai centri anti-violenza in Campania sono 1258. Di esse il 30,2% ha un’età compresa tra i 40 e i 49 anni, il 40,5% è coniugata, nel 35% dei casi è in possesso di diploma di scuola secondaria di primo grado, nel 30,7% dei casi è disoccupata. La tipologia di violenza più frequente è quella psicologica con il 24%, seguita dalla violenza fisica con la percentuale del 23%. L’autore della violenza è il marito nel 39% dei casi. La sua attività lavorativa è prevalentemente quella di operaio (36%).
“Dallo studio preliminare è emersa la necessità di una campagna di sensibilizzazione tesa a consolidare la rete collaborativa tra i vari comparti che detengono ognuno per la propria parte un segmento di conoscenza statistica del fenomeno” – ha detto la Presidente dell’Osservatorio Rosaria Bruno – che ha aggiunto: “il fenomeno della violenza sulle donne potrà essere misurato con una maggiore accuratezza da un sistema di rilevazione che sappia integrare i dati diversificati per provenienza da fonti informative valide in modo da poter essere valido strumento per orientare il decisore politico in questo delicato settore”.
I numeri “confermano la gravità del fenomeno in Campania. E’ importante lavorare per sostenere queste donne in difficoltà” – ha evidenziato Marciani, che ha aggiunto: “per questo motivo siamo impegnati come Regione Campania a rafforzare le risorse destinate ai centri anti violenza e alle case rifugio”.
“Noi valutiamo che l’impianto normativo, di cui si è dotato il nostro Paese, adeguato per consentire una risposta efficace al fenomeno drammatico della violenza sulle donne, che è un fenomeno strutturale, radicato, che cresce in un rapporto squilibrato tra uomo e donna – ha detto Valente – per la quale “non basta inasprire le pene, occorrono prevenzione e protezione, investire sull’educazione dei giovani e sulla formazione degli operatori, e sulla protezione, ad esempio con misure, come l’arresto, anche quando la violenza non avviene in flagranza”.
Nel corso dell’iniziativa è stato anche presentato il software per la raccolta dati sulla violenza sulle donne per la presa in carico dei dati dinamici a cura dei Sistemi informativi del Consiglio regionale.