“Il debito pubblico è il problema più grande che attanaglia l’economia del nostro Paese: oggi è pari a 2.263 miliardi di euro, il più alto nell’Unione Europea. Una condizione aggravata dal rapporto con il Pil, che è pari al 131,2% e da una manovra economica che di fatto non prevede nuovi investimenti.” E’ quanto afferma Mattia Lettieri, docente di Economia Politica all’Università Pegaso, che ha dato alle stampe la sua ultima pubblicazione in tema economico: ‘Debito Pubblico, buco nero nelle tasche degli italiani’.
“Il peso medio di questo enorme debito pubblico – prosegue il docente – è di ben 37mila euro per ogni italiano. Nel momento stesso in cui un bambino viene alla luce, ha su di sé un debito che oscilla intorno a tale cifra. Non solo: gli interessi che siamo chiamati a pagare sono pari a 65 miliardi di euro all’anno, con un costo medio che si aggira sui 1060 euro per ogni italiani. E’ evidente – osserva Lettieri – che il sistema economico del nostro Paese è quasi al collasso.”
“In questo scenario – aggiunge il docente – con l’aumento dello Spread, le banche hanno avviato una contrazione del credito nei confronti delle imprese. Si calcola, infatti, che 100 punti di spread valgono, sul valore delle cedole pagate dal Tesoro ai sottoscrittori dei propri titoli, tra i 4/5 miliardi di euro. Le banche Italiane insieme alla assicurazioni e alla Banca d’Italia detengono poco meno della metà del debito pubblico. Ragion per cui se sale lo spread, il loro investimento si deprezza, con il risultato che per salvaguardare solvibilità e stabilità devono coprire queste perdite con capitali propri. E per trovare risorse proprie le Banche sono costrette a ridurre la quota di denaro destinata ai prestiti di famiglie e imprese.”
“La manovra economica, ora all’esame del Senato, rischia di acuire questa condizione di difficoltà. Il Presidente di Confindustria – chiude Lettieri – ha ben evidenziato che il provvedimento aumenta il deficit ma senza prevedere nuovi investimenti, si creano le condizioni per andare incontro a una nuova recessione. Dei 37 miliardi di euro della manovra in provvedimenti sulla crescita ci sono solo 4 miliardi. E ciò – conclude Lettieri – è davvero preoccupante.”