La montagna ha partorito il topolino. Dopo tanto parlare, è giunto il Decreto del Governo, relativo ai rimborsi, dovuti ai pensionati, dopo la bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, del blocco della perequazione automatica delle pensioni. Un consistente danno, per circa sei milioni di pensionati, che hanno subito pesantissime decurtazioni o, in tanti casi, la totale cancellazione dell’importo relativo all’aumento del costo della vita, stabilito dall’istat, ogni 1° gennaio. Il Governo ha dato letteralmente i numeri, in relazione alle somme da restituire ai pensionati penalizzati: 2 miliardi, no, 4, no 6, no,10, finalmente, i calcoli sembrano stabilizzarsi sulla somma di 16 miliardi. Si, certo, sono tanti, ma sono gli euro di cui i pensionati ritenuti, assurdamente, privati e di cui chiedono l’integrale rimborso. C’è da chiedersi ha dichiarato la Segretaria Nazionale del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa (SCSD) Anna Paternostro, se un pensionato che riceve una pensione di un centesimo superiore alle 1443 € al mese, cioè circa 1.050 € al mese netti, sia un riccone e la sua pensione possa essere decurtata, totalmente o parzialmente, in relazione agli importi relativi al costo della vita assurdo, veramente assurdo. Il Decreto del Governo – ha continuato Paternostro – in materia, è un affronto ai diritti dei pensionati interessati: somme pari a poco più del 10% del “ maltolto” ed i pensionati dovrebbero essere anche contenti? Oltre al danno la beffa. Il SCSD – ha sottolineato Paternostro – ritiene che di fronte ad una macroscopica arroganza, sia doveroso e necessario agire ed al tale scopo, la Segreteria Nazionale SCSD ha dato mandato allo studio legale Massimiliano Bovalina, di esaminare approfonditamente, tutti gli aspetti legali del problema e di predisporre i relativi ricorsi: Il SCSD – ha concluso Paternostro – interesserà della vicenda, anche la Commissione europea dei diritti dell’uomo.