“Siamo in guerra”, lo so, fa specie doversene convincere, ma è così. “Siamo in guerra ” e non per conquistare nuovi territori. Siamo in guerra e non c’è alcuna dichiarazione di neutralità che tenga. La nostra religione, la nostra cultura, il nostro modus vivendi tipicamente occidentale fa di noi i bersagli preferiti del terrorismo islamico, parassiti da uccidere nel più brutale dei modi. L’ISIS è l’odierno Hitler; noi, ebrei moderni. Spesso, l’idea di vivere in un piccolo centro, quale il nostro Mandamento, quasi ci consola. È come se una piccola area fosse impermeabile al male. Anche io ero di questa opinione, lo credevo fino a quando l’Isis non è arrivato a Saint- Etienne du Rouvray dove la vita “è lenta, sa di fieno e formaggio”. Nessuno è al sicuro. Non c’è un posto dove lo Stato Islamico non possa arrivare. La guerra è in Europa, tra noi, su un treno, allo stadio, al tavolino di un bistrot, sul lungomare o in una chiesetta di campagna. Padre Jacques Hamel, 86 anni, il parroco della chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, è stato sgozzato. Ennesima nome che va aggiungersi alle vittime della carneficina islamica. Era giovedì, erano le 9:43, Padre Jacques stava per terminare la prima messa della giornata. In chiesa c’erano poche persone ad assistere. Da una porticina che dà su rue Gambetta sono entrati i due terroristi entrambi schedati.Uno dei due è stato identificato come Adel Kermiche, 19 anni. I due, volevano che padre Jacques si inginocchiasse ai loro piedi per poter filmare quell’ “attimo di gloria” mentre all’unisono urlavano ” Allah akbar”. Il parroco però, si è rifiutato di assecondare il loro perverso volere ed è stato per ciò sgozzato. Quella sorte atroce che i cittadini di Saint- Etienne cittadina campestre, riservavano ai loro polli e alle loro galline stavolta era toccata al loro parroco. Il rifiuto di Padre Jacques, se da un lato può sembrare una reazione di un anziano 86enne verso l’arroganza di due giovanotti, dall’altro appare finalizzata a difendere la propria chiesa dal sacrilegio. A raccontare tutto l’accaduto è stata Suor Danielle la quale ha dato l’allarme tempestivamente. La polizia recatasi, sul posto, quando il corpo di padre Jacques era già esanime ha tentato in ogni modo di evitare che altri, tra i pochi presenti, lo raggiungessero in Paradiso. Alle 11 i due sono usciti dalla porta principale, usando gli ostaggi come scudo . I cecchini appostati sulle case della piazza li hanno freddati, usando la massima cautela. Adel Kermich, il terrorista 19 enne di cui è stato dato il nome era un codice S, un soggetto,cioè, sotto massima osservazione. Quando è entrato in Chiesa, difatti, indossava un braccialetto elettronico ma ciò non è bastato ad evitare il peggio. Il braccialetto elettronico non ha dato alcun allarme perché Adel, in quelle ore del giorno ( 8:30/12:30) poteva uscire. Il ragazzo per due volte nel 2015 ha cercato di raggiungere la Siria, una volta è stato bloccato in Germania, un’altra in Turchia. Successivamente, si è fatto 11 mesi di prigione in Francia, ma a marzo è uscito. Dopo il brutale omicidio di padre Jaxques,le maggiori sigle delle associazioni musulmane hanno aderito all’invito ad andare alla Santa Messa con solidarietà con i cattolici. Da Milano a Roma, da Torino a Palermo, non sono certo mancate le adesioni perché in certi casi non si può fare altro che pregare e sperare che domani le nostre preghiere non saranno rivolte a nessun altro popolo vittima dell’estremismo islamico.