La Procura della Repubblica di Cosenza ha concluso le indagini nei confronti di 33 insegnanti, ritenuti responsabili del reato di falsità ideologica commessa dal privato e falsità materiale in atto pubblico. Le indagini, avviate dai carabinieri della Compagnia di Cosenza nell’ottobre del 2016, hanno consentito di accertare un sistema, diffuso sull’intero territorio nazionale, volto alla falsificazione ed all’utilizzo di diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari della provincia di Cosenza e da scuole di specializzazione per l’insegnamento di sostegno agli alunni portatori di handicap, concessi dall’”Istituto nazionale scuole e corsi professionali” di Cosenza. I documenti falsificati sono stati usati dagli indagati sia per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, sia in quelle d’istituto, per l’assunzione come insegnante nelle scuole primarie e dell’infanzia. I carabinieri, oltre ad accertare il mancato conseguimento del titolo di studio dichiarato hanno anche proceduto, nei giorni scorsi, al sequestro, presso gli istituti scolastici interessati, di diplomi originali contraffatti, per un totale al momento di 13 per istituto magistrale e 22 per specializzazione per l’insegnamento di sostegno. Ci sono anche diplomi di specializzazione che risultano rilasciati successivamente alla chiusura della scuola stessa. Alcuni dirigenti scolastici hanno già adottato provvedimenti di sospensione nei confronti di insegnanti regolarmente assunti sulla base dei titoli risultati falsi. Al momento risultano individuati 33 indagati, tutti originari della provincia di Cosenza, ma l’attività d’indagine continua su tutto il territorio nazionale.