Il vice Presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale della Campania, Enzo Alaia, ha presentato una proposta di legge che ha come obiettivo la ridefinizione e il potenziamento dei servizi per la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura dei disturbi del comportamento alimentare.
“Negli ultimi anni – spiega Alaia – si è registrato un progressivo aumento dei disturbi del comportamento alimentare, tanto da rappresentare un fenomeno di grande allarme sociale. Tali disturbi si configurano come un problema sociosanitario specifico e alquanto particolare; tra questi l’anoressia, la bulimia nervosa, i disturbi da alimentazione incontrollata, i disturbi alimentari non altrimenti specificati. L’anoressia e la bulimia nervosa sono i più diffusi ed anche quelli con più alto rischio di mortalità.”
“Il trattamento sanitario – rileva il Consigliere regionale di Scelta Civica – è complesso, richiede un coinvolgimento di più medici specialisti: psichiatra, psicologo, psicoterapeuta, nutrizionista, chirurgo cardiovascolare, gastroenterologo; è richiesta anche una continuità del percorso terapeutico e un notevole impegno di risorse. In Campania soffrono di disturbi alimentari circa 5 mila persone e il 10 per cento delle adolescenti tra i 12 e i 25 anni sono colpite da anoressia e bulimia nervosa. Vero è che nel nostro territorio sono presenti strutture pubbliche di riferimento per la cura, ma solo alcune riescono a dare un trattamento psicoterapeutico integrato, un’assistenza sanitaria semi residenziale e, raramente, residenziale, e una continuità al percorso intrapreso dal paziente senza brusche interruzioni.”
“Con la proposta di legge depositata oggi si determinerebbe l’integrazione e la stretta collaborazione tra strutture pubbliche, private, scuole, associazioni di volontariato e famiglie per supportare al meglio chi presenta disturbi del comportamento alimentare. Ciò anche attraverso l’aggiornamento professionale specifico del personale socio sanitario, in modo tale da offrire risposte qualificate in modo integrato sui vari livelli di intervento; attraverso l’informazione e la promozione della salute, finalizzate a ingenerare consapevolezza di comportamenti e stili di vita che possono facilitare l’insorgenza e la cronicizzazione dei disturbi del comportamento alimentare; attraverso una assistenza semiresidenziale e residenziale; attraverso la promozione di associazioni di auto-mutuo-aiuto e la istituzione di un protocollo multidisciplinare. L’obiettivo ultimo di questo intervento normativo – chiude Alaia – è quello di riuscire a prevenire e contrastare questo problema sociosanitario che, a ritmo vertiginoso, sta mettendo a rischio la salute di tanti giovani cittadini campani.”