Gli ultimi dati sulle condizioni della sanità in Italia confermano, ancora una volta, l’ampio divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud. La Corte dei conti ha messo in evidenza come il divario non sia solo sulla spesa sanitaria ma anche quella sugli investimenti in strutture. La Sanità in Italia si caratterizza per un servizio sanitario molto diverso tra il nord ed il sud Italia. I dati del SSN sono incontrovertibili. Tutto viaggia sui LEA (livelli essenziali di assistenza), ossia le cure che lo stato dovrebbe garantire a tutti, con o senza il pagamento di un ticket, in egual misura in tutte le regioni. I tre macro indicatori, quali, il settore della prevenzione (come gli screening), del distretto (le cure sul territorio) e dell’ospedale, elaborati dalla Corte dei Conti, vedono il Sud al di sotto della sufficienza, mentre il Nord, in linea con gli anni passati, è sopra la sufficienza per tutti e tre i macro indicatori.
Nella sua relazione la Corte dei conti ha analizzato sia i dati definitivi al 2021 sia quelli di previsione al 2022, descrivendo uno scenario catastrofico per il Sud. Tutti i dati dimostrano come nella assicurazione dei servizi (LEA) il sud viaggia con il freno a mano. Molti servizi non sono e non possono essere garantiti. Da un lato la mancanza di risorse dettate dal piano nazionale di distribuzione sanitario, e dall’altra l’incapacità delle regioni meridionali di assicurare i servizi con risorse proprie. Le regioni del Sud, come dice la relazione della Corte dei conti, scontano un effetto ridimensionamento delle proprie strutture sanitarie, proprio per la mancanza di risorse economiche sufficienti a garantire tali prestazioni, creando un effetto boomerang di trasferimento delle risorse, del piano sanitario, verso quelle regioni in grado di poter erogare tale servizio. Infatti, i piani di riparto sanitario nazionale prevedono una quota di risorse a vantaggio di quelle regioni che recuperano “utenti” da altre regioni. Il fenomeno dell’emigrazione sanitaria dal Sud verso il Nord è cresciuto enormemente in questi ultimi anni. Basti pensare che sono circa 500 milioni le risorse destinate alla mobilità sanitaria a favore delle regioni del Nord.
La conferma di quanto detto, è dato dallo slittamento del nuovo pacchetto di prestazioni gratuite che il Governo ha deciso di farle slittare al 2025, un rinvio a detta di tutti gli analisti, che per alcune Regioni del Nord non vale visto che son in grado di assicurarle con risorse proprie. Lo slittamento al 2025 avrà come effetto l’incremento dei “viaggi della speranza” verso le strutture sanitarie del Nord, con un trasferimento, ancora una volta, di risorse a favore delle stesse regioni.