È arrivato il circo con il suo infelice seguito di schiavi. È tornato, nella nostra città, lo spettacolo più triste del mondo. Ancora una volta a Salerno saranno in scena esibizioni di animali e ancora una volta, domenica 11 febbraio, dalle 15.45 alle 19.15 circa, attivisti di Veg in Campania, DPA Difesa Protezione Animali Onlus ed altre associazioni, saranno presenti in via Salvator Allende, poco distanti dai tendoni del circo, per spiegare le loro ragioni, che poi sono quelle degli animali. Ci si prepara ad alzare il sipario, ma le catene che tengono gli animali legati, le gabbie che li imprigionano, restano chiuse.
Non esiste, per questi animali nei circa centocinquanta circhi italiani, un momento di riposo, di pace. È una prigionia che dura tutta la vita: gli unici momenti di “libertà” sono quelli durante i quali sono costretti, con i metodi violenti tipici di un addestramento forzato, ad eseguire grotteschi esercizi assolutamente contro natura. Il risultato è la noia, la frustrazione e chiari segnali stereotipati. Animali appartenenti a specie che in natura si spostano lungo percorsi di centinaia di chilometri, nei circhi passano l’intera vita negli squallidi vagoni-gabbia dei camion che li trasportano.
La sensibilità animalista è in continua crescita e Salerno era pronta per promuovere una nuova concezione del circo: rivoluzionario, poetico, tra giocolieri, contorsionisti, equilibristi, acrobati e clown. Un mondo onirico fatto di musica, suoni e luci, un circo che mettesse in luce solo la bravura dei suoi artisti, l’unico in linea con una società che si definisce civile. Ancora una volta disillusi dalla politica locale e nazionale, come privati cittadini, abbiamo il dovere di attivarci affinché venga alla luce il vero volto del circo ed il sipario sia finalmente alzato anche sul dietro le quinte.
Ci domandiamo a che titolo il circo si trova a Salerno essendo in vigore un regolamento comunale che ne vieta l’attendamento, non essendoci alcun ricorso al Tar e non essendo stata emanata, da quanto ci risulta, alcuna sospensiva al regolamento. Si legge infatti, nella nota dell’Ente Nazionale Circhi dello scorso primo febbraio, che il suo presidente “ha messo in guardia il sindaco dall’adottare atti amministrativi in contrasto con la Legge, perché in tal caso sarebbero seguite le opportune azioni legali“, chiedendosi addirittura il perché delle modifiche apportate al regolamento comunale quasi un anno fa da parte dalla giunta guidata da Vincenzo Napoli, “in aperta contraddizione con una tradizione di accoglienza e rispetto verso l’antica arte circense che aveva caratterizzato l’esperienza del sindaco Vincenzo De Luca“.
Non vi è traccia però delle tanto citate azioni legali, né di denunce e tantomeno sentenze, ma solo di due lettere, che nel comunicato del Comune di Salerno diventano appena “una nota” del presidente dell’Ente Nazionale Circhi. A Padova, nel 2016, un analogo regolamento fu impugnato dal circo di Ennio Togni. “La nostra è una battaglia di civiltà e quindi ci difenderemo davanti al Tar, convinti delle nostre scelte“, dichiarò allora l’assessore all’Avvocatura civica, Matteo Cavatton. Il Tar diede poi ragione ai circensi, ma i padovani hanno comunque premiato ed apprezzato una simile presa di posizione. Proprio quello che sarebbe successo a Salerno, in cui magari, a distanza di due anni, forse la sentenza stavolta sarebbe stata diversa.
Invece nella nostra città, ad essere premiata, è stata l’arroganza dei circensi: non si sono tentate altre strade, anzi si è proceduto con una resa incondizionata e gli spettacoli, che avrebbero dovuto tenersi dall’8 al 14 febbraio, sono stati prorogati addirittura fino al 25 febbraio. Per sensibilizzare un pubblico, nel migliore dei casi poco informato e, nel peggiore, insensibile all’immane sofferenza degli animali, ancora una volta noi ci saremo. Chiediamo quindi al sindaco, onde evitare in futuro situazioni spiacevoli come questa, di istituire un tavolo tecnico con le associazioni animaliste, al fine di lavorare concretamente e costantemente di concerto con l’amministrazione.