Claire Patterson, una donna in carriera molto concentrata sul suo lavoro, si era ritrovata dopo i 30 anni senza aver conosciuto l’uomo della sua vita e allora aveva iniziato a sentire il desiderio di diventare madre. Così ha deciso di intraprendere il percorso delle adozioni. Il bimbo che la donna scelse attraverso video e foto era apparentemente sano affetto soltanto da una leggera balbuzie. Purtroppo dopo poco tempo la situazione ha iniziato a peggiorare e la donna, ormai 40enne, si è accorta che suo figlio non poteva girarsi, parlare e non possedeva un tono muscolare adeguato. Il bambino è stato con lei per 2 anni, sempre seguito da medici e logopedisti. L’unica parola che riusciva a dire era proprio “mamma”. La situazione poi è precipitata. Il bambino è arrivato ad avere fino a 36 crisi epilettiche al giorno e ha dato chiari segni di una malattia che lo affliggeva sin dalla nascita caratterizzata da una serie di gravi disabilità e danni neurologici ai quali si sono aggiunte anche crisi respiratorie e stati di coma. Per Claire Patterson la maternità è diventata un incubo, con la paura costante che il bimbo avesse una crisi non controllabile. La donna ha deciso così di rivolgersi ai servizi sociali e d’accordo anche con i medici ha riconsegnato il bambino, suo figlio, ora affidato ad un centro specializzato. La donna ha anche aperto un sito internet dal nome Adoption Disruption UK per fornire supporto nei confronti di adozioni simili.