Due ricerche recenti rivelano dei lati poco approfonditi degli effetti dell’insonnia o della carenza di sonno, in particolare per ciò che riguarda le conseguenze sociali. Una arriva dal Karolinska Institute di Stoccolma, ed ha evidenziato che la voglia di avere contatti sociali con qualcuno che appare stanco e insonnolito è del 21% inferiore al desiderio di socializzare con chi sembra riposato. “Potrebbe trattarsi di un meccanismo evolutivo”, ha sottolineato una delle ricercatrici, Tina Sundelin, ed ha continuato “Oppure potrebbe essere un meccanismo appreso: tutti abbiamo imparato, dalle nostre esperienze, che chi è stanco non è un gran partner nelle conversazioni, non è interessato a noi e probabilmente ci farà perdere tempo”. Il secondo studio, pubblicato dalla University of California di Berkeley, ha indagato l’effetto dell’insonnia sul cervello ed avrebbe dimostrato che la mancanza di sonno rende iperattiva l’amigdala, il centro cerebrale della paura e questo fa sì che l’insonne sia meno capace di interpretare le espressioni facciali altrui. Gli altri così appaiono più ostili di quanto in realtà siano. È come se il nostro organismo, avvertendo che nonostante la stanchezza non stiamo dormendo, scambiasse questo stato con quello in cui ci si trova quando una minaccia – ad esempio un predatore – ci impedisce di rilassarci. E così il sistema cerebrale che vigila sull’ambiente circostante cercando segnali di pericolo, inizia a imporsi sulla nostra capacità di concentrazione, depotenziandola. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di ulteriori buoni motivi per cercare di vivere una vita con meno stress e alla ricerca del giusto riposo quotidiano per stare bene con sé stessi e con gli altri.